Ricercatrice di UniTo vince il GiovedìScienza per il kit che scopre in 24 ore le mutazioni del gene della leucemia mieloide acuta
Jessica Petiti del Dipartimento di Scienze Cliniche Bilogiche ha vinto la sezione Futuro del premio nazionale presentando anche uno studio di fattibilità
Un kit in grado di valutare in 24 ore le mutazioni del gene Idh2, che porta allo sviluppo della leucemia mieloide acuta. È questo il progetto con cui Jessica Petiti, ricercatrice al Clinical and Molecular Hematology, gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, ha vinto lo scorso 23 settembre i 3000 euro del Premio GiovedìScienza Futuro, sezione del Premio nazionale GiovedìScienza dedicata ai ricercatori che presentino, oltre al progetto scientifico, anche uno studio di fattibilità.
In cosa consiste il progetto?
Questo lavoro consiste in un kit che permette di valutare lo stato mutazionale di questo gene in modo molto rapido ed economico, in modo che possa essere utilizzato da tutti gli ospedali anche quelli meno attrezzati, in modo da permettere una diagnosi più veloce e permettere ai pazienti di essere trattati nel modo più opportuno possibile in tempi brevissimi.
Che ruolo ha questo gene nella leucemia mieloide acuta?
È un “gene driver”, cioè un gene che quando va incontro ad una mutazione porta proprio all’induzione della leucemia mieloide acuta.
Insieme al progetto ha presentato anche uno studio di fattibilità. Cosa riguarda?
Riguarda la produzione del kit, di cui noi abbiamo il brevetto insieme all’università di Torino, con l’implementazione del kit sia in termini di numero di campioni analizzati, per migliorare la nostra idea di performance del nostro kit diagnostico, sia per ampliare il numero di mutazioni che possiamo valutare con questo kit. Al momento compriamo circa il 95% delle mutazioni del gene e vorremmo coprirle tutte.
Come influirà sulla conoscenza della malattia e sulla sua cura?
Sulla conoscenza della malattia non influirà molto, ma tantissimo sulla velocità di diagnosi e soprattutto sulla terapia, perché se al momento queste mutazioni vengono valutate in circa dieci/quindici giorni dal momento della diagnosi, ora si potrà fare in 24 ore e trattare il paziente immediatamente nel modo corretto, con il farmaco specifico per questa mutazione. Essendo anche economico, tutti gli ospedali potrebbero usarlo senza dover mandare i campioni ai centri di riferimento e quindi aumentare le tempistiche di diagnosi.
Quanto è importante il premio GiovedìScienza Futuro per continuare la sua ricerca?
È importantissimo, ma in realtà i fondi necessari sono molti di più. Potrò però pensare all’estensione del brevetto.
Cosa c’è ora nel futuro della sua ricerca?
Tante cose spero, ma soprattutto, e credo di parlare per tutti quelli che fanno il mio lavoro, una speranza di essere un poco più stabili nel futuro e avere più certezze.