Studiare George Washington per capire il presente
Diciotto studiosi provenienti da discipline molto diverse tra loro si riuniranno a Torino dal 21 al 23 settembre, per il convegno intitolato In the Footsteps of George Washington: Founders, Nations, and Constitutions in Comparative Perspective.
Il fenomeno Brexit, le recenti elezioni statunitensi e i movimenti populisti che minacciano l’integrazione europea segnalano il ritorno a nazionalismi protezionistici, intellettualmente autoreferenziali e aggressivi. Questi nuovi nazionalismi emergono da circostanze storiche molto diverse da quelle che hanno portato alla nascita dei regimi totalitari del XX secolo. Ma il concetto di “nazione”, ancora una volta, sembra indicare una serie di fenomeni negativi e fondamentalmente anti-sociali.
La cultura illuminista, tanto in Europa quanto nel continente Americano, aveva però guardato alla nazione come a una fonte di inclusione e di liberazione. Si può oggi fare altrettanto? Possiamo ancora immaginare la nazione come la via che conduce a una società globale? È possibile associare il concetto di nazione a temi quali diritti individuali, inclusione, rispetto, giustizia? Ne abbiamo parlato con il prof. Maurizio Valsania, docente di Storia e Istituzioni delle Americhe presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell'Università di Torino e organizzatore del convegno intitolato In the Footsteps of George Washington: Founders, Nations, and Constitutions in Comparative Perspectiv, realizzato in collaborazione con la Fred W. Smith National Library for the Study of George Washington di Mount Vernon e Compagnia di San Paolo, che si terrà a Torino dal 21 al 23 settembre.
"Io sono convinto che ci sia molto di buono nel concetto di 'nazione' - ha spiegato il prof. Valsania - e che l'ideale illuministico abbia ancora un peso e una rilevanza anche nella storia del XXI secolo. Gli illuministi hanno indicato una strada per uscire dalle strettoie delle monarchie, per dare ai cittadini un'occasione nuova di autogoverno e di maggiore responsabilità nella gestione delle loro stesse vite. Nel corso del XIX secolo queste istanze inclusive si sono un po' attenuate e il XX secolo ci ha consegnato dei nazionalismi che erano strumenti di oppressione delle masse. Le condizioni oggi non sono le stesse che hanno portato al potere i nazionalsocialisti in Germania o i fascisti in Italia, però esiste ancora una voce che utilizza l'identità nazionale come un pretesto per escludere una serie piuttosto ampia di individui. Il convegno è un occasione per capire se ci sono ancora le condizioni per ritornare a percorrere la strada tracciata dagli illuministi o se siamo costretti a fare i conti con delle nazioni che non sono altro che il tentativo di realizzare forme brutali di gestione del potere politico".
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