Per sconfiggere il cancro servono le buone idee e le domande giuste
Intervista al Prof. Alberto Bardelli, genetista molecolare esperto nel campo delle terapie personalizzate, direttore dell'unità IFOM Genomica dei tumori e terapie anticancro mirate all'Istituto per la Ricerca e Cura del Cancro di Candiolo
L'Istituto per la Cura del Cancro di Candiolo è il polo oncologico di eccellenza nazionale in cui operano la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS, che ha costruito il Centro e svolge attività di fundraising, l’Università di Torino a cui è affidata la strategica attività di ricerca di base e la Fondazione del Piemonte per l’Oncologia, costituita dalla Regione Piemonte e dalla stessa FPRC ONLUS, che gestisce le attività cliniche assistenziali e svolge attività di ricerca clinica e translazionale, in coordinamento con gli altri due Enti.
Un polo di eccellenza in cui convivono ricercatori e clinici, un luogo unico in Italia anche perché realizzato senza l’intervento dello stato o di enti pubblici, ma esclusivamente attraverso la solidale (e diffusa) partecipazione di oltre un milione di donazioni privati, enti, istituzioni, imprese e fondazioni bancarie piemontesi.
Il Prof. Alberto Bardelli, il primo scienziato italiano premiato per la Ricerca traslazionale della Società Europea di Oncologia Medica (Premio Esmo) per il suo lavoro sulle innovativo sulla biopsia liquida come diagnosi nel trattamento di pazienti affetti da cancro del colon retto, racconta ai microfoni di UniToNews il valore di lavorare in un centro così all'avanguardia.
"Il cancro resta forse la sfida più grande che la medicina ha davanti a sé. Per essere competitivi in Italia bisogna stare in un centro come questo, bisogna poter garantire alle persone di crescere in modo organico e soprattutto bisogna evitare di perderle. La cosa più importante per sconfiggere il cancro è avere un'idea brillante, pensare in modo non convenzionale. Partendo non solo dalla medicina ma da altre discipline, anche dalla nanomedicina, dalla possibilità di sviluppare nuove tecnologie, dall'integrazione far l'ingegneria e la medicina, tra l'informatica e la medicina".
"Per sconfiggere il cancro" continua il Professore "bisogna partire anche dalle domande importanti e le domande sono quelle che ci fanno in pazienti tutti i giorni. L'idea che sconfiggerà il cancro sarà inevitabilmente legata alla domanda più importante che ci arriva".