A Torino l'eccellenza della Risonanza Paramagnetica Elettronica
Il gruppo di ricerca dell'Università di Torino rappresenta uno dei centri più importanti sullo studio della Risonanza Paramagnetica Elettronica, tanto da ospitare la decima edizione della Conferenza della Federazione Europea dei Gruppi di EPR
Il fenomeno della Risonanza Paramagnetica Elettronica fu osservato per la prima volta dal fisico russo Evgenij Zavojskij nel 1944. Oggi questa tecnica spettroscopica, nota come EPR (dall'inglese Electron Paramagnetic Resonance) o ESR (Electron Spin Resonance), viene impiegata per individuare e analizzare specie chimiche contenenti uno o più elettroni spaiati, chiamate appunto specie paramagnetiche.
Queste specie includono: radicali liberi, ioni di metalli di transizione, difetti in cristalli, molecole in stato elettronico di tripletto fondamentale (come ad esempio l'ossigeno molecolare) o indotto per fotoeccitazione. "La Risonanza Paramagnetica Elettronica - ha spiegato il Prof. Elio Giamello, docente di Chimica Generale e Inorganica presso l'Università di Torino - è in qualche modo apparentata con la più nota tecnica della Risonanza Magnetica Nucleare. Si tratta in entrambi i casi di far risuonare, attraverso delle microonde e delle onde elettromagnetiche a bassissima energia che arrivano sulla materia, e di far invertire il senso di rotazione dei nuclei, nel caso della Risonanza Magnetica Nucleare, e degli elettroni nella Risonanza Paramagnetica Elettronica. Per quest'ultimo caso affinché l'effetto possa essere osservato, è necessario che ci siano degli elettroni disaccoppiati, spaiati".
La tecnica di Risonanza di Spin Elettronico è applicata in diversi settori disciplinari: dalla chimica alla fisica dei solidi, dalla biologia strutturale alla medicina e l'Università di Torino rappresenta uno dei suoi centri di ricerca più importanti, tanto da ospitare la decima edizione della Conferenza delle Federazione Europea dei Gruppi di Risonanza Paramagnetica Elettronica, che si terrà dal 5 all'8 settembre.
"Noi a Torino - ha aggiunto il Prof. Elio Giamello, anche coordinatore del gruppo di Risonanze Magnetiche dell'Università di Torino - lavoriamo sulla tecnica di Risonanza Paramagnetica Elettronica dall'inizio degli anni '80. Il settore principale della nostra attività è quello dei materiali, sia innovativi che fotoattivi e conduciamo ricerche connesse al problema energetico e allo sfruttamento dell'energia radioattiva e solare. Quando una radiazione colpisce un materiale fotoattivo fa fuoriuscire degli elettroni e li separa, quindi grazie alla Risonanza Di Spin Elettronico possiamo studiarli. Il gruppo torinese è diventato molto conosciuto nell'ambiente europeo, e tre anni fa la Federazione Europea ci ha affidato il compito di organizzare il congresso e noi di questo siamo lusingati".