Riscaldamento globale e urbanizzazione modificano le dimensioni degli invertebrati
Sulla rivista Nature è stato pubblicato uno studio internazionale, con il contributo dell’Università di Torino e del Cnr, che mette in luce le conseguenze dei cambiamenti climatici su insetti, ragni e crostacei
L’Istituto per lo studio degli ecosistemi del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ise) e il Dipartimento di scienze della vita e biologia dei sistemi dell’Università di Torino hanno preso parte alla ricerca internazionale su dieci gruppi di invertebrati in habitat terrestri e acquatici. Lo studio, svolto in Belgio e finanziato dal governo belga, ha evidenziato come cambierà la dimensione di alcune specie animali, a seconda che ci si trovi in città, in aree naturali o in zone frammentate.
“I risultati mostrano che in generale le comunità animali sono costituite da specie progressivamente sempre più piccole all’aumentare della temperatura” spiega Elena Piano dell’Università di Torino, che continua: “Questo è vero soprattutto per gli animali invertebrati, la cui dimensione corporea è legata all’intero ecosistema”. I ricercatori hanno osservato che i crostacei ostracodi presentano una diminuzione delle dimensioni corporee del 15%, i coleotteri e i ragni erranti del 20%, i crostacei cladoceri (come la daphnia - vedi gallery) addirittura del 45%. Le conseguenze? “Tutti gli animali insettivori, come uccelli e piccoli mammiferi, dovranno investire maggiori energie per ottenere la stessa quantità di cibo, catturando un numero maggiore di prede sempre più piccole” specifica Diego Fontaneto, ricercatore Cnr-Ise.
La particolarità degli ambienti urbani è che “sono caratterizzati, oltre che da temperature maggiori rispetto alle aree naturali limitrofe, anche da un’elevata frammentazione degli habitat disponibili” continua Fontaneto. Dall’osservazione su falene, farfalle diurne, cavallette e grilli, è emerso un dato in controtendenza: a causa della frammentazione degli habitat, sopravvivono le specie di maggiori dimensioni nonostante il progressivo riscaldamento. “L’effetto di ‘isola termica’ che sperimentiamo in molte zone urbane anticipa temperature che in futuro potrebbero registrarsi anche al di fuori della città” conclude Piano. La scoperta fornisce indicazioni per la pianificazione accurata delle aree verdi urbane, con l’obiettivo di mitigare l’effetto del riscaldamento globale sulle comunità animali.