Il Salone del Libro, il network preferito dai professionisti dell'editoria
Una ricerca svolta da LabNet, il Laboratorio di Applied Network Science della SAA, Scuola di Amministrazione Aziendale di UniTo, ha valutato i sistemi relazionali della filiera editoriale e dei profili di fruizione da parte delle utenze professionali.
Quello che ha reso grande negli anni il Salone del Libro di Torino è senza dubbio la sua capacità costruire e coltivare relazioni professionali, soprattutto per i piccoli e medi editori, che hanno visto nell'appuntamento sabaudo una vetrina importante per la loro crescita e per le vendite. A questo proposito, una ricerca svolta da LabNet - Laboratorio di Applied Network Science della SAA - Scuola di Amministrazione Aziendale dell'Università di Torino, ha valutato proprio i sistemi relazionali della filiera editoriale e dei profili di fruizione da parte delle utenze professionali. In poche parole, lo studio ha messo sotto osservazione tutte quelle relazioni che si instaurano e si sono instaurate durante il Salone: quelle fra editori e scrittori, fra editori e librai e fra docenti ed editori.
La ricerca, supervisionata da Marcello Bogetti, direttore di LabNet, si è basata su un questionario on-line inviato via mail a tutta la popolazione degli espositori e a quella del pubblico professionale della XXX edizione del Salonde del Libro, con l'obiettivo di sondare le loro valutazioni sul contributo dato dal Salone alla creazione e al consolidamento di relazioni e di network.
Al questionario hanno risposto 127 espositori su 444 e 792 professionals su 5400, in entrambi i casi con una distribuzione dei rispondenti equilibrata rispetto alla composizione delle rispettive popolazioni (per dimensione dell’espositore da un lato e famiglie professionali dall’altro).
Secondo i risultati, il Salone è vissuto dai fruitori professionals come una occasione per costruire relazioni professionali: gli editori partecipano al Salone essenzialmente per realizzare vendite (3,96 di punteggio lungo una scala da 1 a 5) ma anche stabilire nuove relazioni professionali (3,70); questa attesa è particolarmente avvertita da piccoli e medi editori, meno dai grandi.
La rete di relazioni costruita nel tempo ed in occasione della edizione del 2017 è una rete ricca e articolata, che contribuisce a creare e rafforzare la filiera della editoria, costruendo capitale sociale e relazionale. L’asse relazionale più importante e che maggiormente si è arricchito di rapporti è quello fra editori e scrittori, quello fra editori e librai e quello fra docenti ed editori. Più debole l’asse di relazioni verso gli attori commerciali (agenti, distributori).
Le relazioni riferite in particolare al network degli Editori si sono stabilite in maniera equivalente (41%) durante la scorsa edizione del Salone o sono frutto di rapporti costruiti durante precedenti edizioni del Salone di Torino (effetto brand): quindi l’82% delle relazioni dichiarate sono nate grazie al Salone del Libro di Torino. Le relazioni nate riguardano in particolare i Librai che per il 58% dei casi sono nate durante l'edizione del 2017 e per l’87% relazioni costruite negli anni attraverso il Salone del Libro di Torino.
Le attese ed i comportamenti di fruizione in particolare degli Editori divergono molto sulla base della dimensione, dando luogo a profili diversi e a valutazioni diverse sui risultati ottenuti, con i piccoli più attenti alla dimensione relazionale ed i grandi ad avere occasioni di confronto e scambio di informazioni e conoscenze. Le vendite dirette al pubblico realizzate costituiscono un sicuro fattore di successo, legato alla grande affluenza: i giudizi di soddisfazione sono elevati (3,51) inferiori alle aspettative (3,96) ma superiori alla valutazione dell’impegno dedicato ad esse (3,31).
Secondo la ricerca svolta dal LabNet quindi, il Salone di Torino si conferma un luogo da cui trarre nuove idee e spunti, ma meno performante tuttavia sul piano più strettamente degli accordi commerciali. Sembra inoltre più agevole consolidare relazioni già esistenti che crearne di nuove, in particolare da parte dei piccoli editori, che a fronte di alte aspettative (3,67) segnalano uno sforzo dedicato a queste attività rilevante (3,47) rispetto ai risultati ottenuti (2,98). Vendite dirette, su cui comunque vengono nutrite alte aspettative, e costruzione di nuove relazioni sono le due aree su cui di aprono ancora ampi margini di miglioramento nei servizi e di innovazione, per rafforzare ulteriormente la capacità del Salone di contribuire allo sviluppo della filiera editoriale nel suo complesso.