Riprendere Berlino, 30 brani per i 30 anni dalla caduta del muro
Una playlist ragionata che ripercorre attraverso le canzoni di Bowie, Battiato, Kraftwerk e molti altri, l'influenza che la metropoli tedesca ha avuto sulla musica negli ultimi cinquant'anni
Luogo dell’anima, di musica e di parole. Di separazione, unità, liberazione e nostalgia. Cos’è stata Berlino per la musica? Intendiamo la Berlino prima e dopo il muro, quella degli ultimi cinquant’anni. Se nell’immaginario comune la caduta del muro è un evento più propriamente visivo – fotografico e ancor più televisivo – per la musica quella cortina di cemento è stata fonte di ispirazione diretta o indiretta.
Per cercare di inquadrare questo viaggio sonoro abbiamo realizzato una playlist musicale con gruppi e musicisti molto diversi tra loro, ma tutti in grado di fornire un contributo inedito e potente a una storia collettiva. Quella di una città finita sul palcoscenico della storia. Una città che non è un solo luogo geografico bensì un insieme di vissuti, anche minori.
E proprio di una storia minore, quella di una giovane coppia di bohémienne americani, tossicomani e sfortunati ritrovatisi a vivere a Berlino, parla il concept album di Lou Reed, Berlin [1], uscito nel 1973, da cui inizia il nostro percorso musicale che alla sequenza cronologica preferisce l’associazione emozionale e (talvolta) logica. Un altro omaggio alla capitale tedesca, diventato immortale, è The Passenger [2]. Siamo sempre negli anni Settanta e Iggy Pop dedica questa canzone alla S-Bahn, la linea che percorreva fino al Wannsee. Compagno di viaggio era spesso l’amico David Bowie che qui scrisse Heroes [3], dove il muro è una presenza ingombrante e dolorosa e la speranza è: “We can be heroes, just for one day”. Il suo concerto del 1987, a pochi metri dalla cortina di ferro, fu una prima e vera picconata alla divisione indotta dalla Guerra fredda. Il muro è sfondo in The Telephone Call [4], dove i Kraftwerk cantano “You're so close but far away” (sei così vicino ma lontano). L’omonima traccia della colonna sonora di Good Bye Lenin [5], realizzata dal compositore bretone Yann Tiersen, ci porta a ridosso del crollo e all’immagine della statua di Lenin trasportata da un elicottero. Il film è ispirato al fenomeno post-riunificazione dell’Ostalgie. Diversi anni prima, Alexanderplatz [6] di Franco Battiato, scritta inizialmente per Milva, si immergeva nell’atmosfera nevosa di Berlino Est “Faccio quattro passi a piedi/ Fino alla frontiera”. Nel 1988, Leonard Cohen aprì il suo album con l’oscura First we take Manhattan [7] che nel ritornello conclude la frase con “then we take Berlin”.
L'11 novembre 1989 Mstislav Rostropovich suonò il violoncello davanti al muro e presentò alcune delle Cello Suites di Bach [8]. Iniziava la riunificazione delle due Germanie. La ballad Wind of change [9] dei tedeschi Scorpions è riconosciuta come uno dei manifesti di questo momento. “On the day the wall came down”, attacca così A Great Day for Freedom [10] dei Pink Floyd che fotografa la speranza innescata dal crollo ma anche la disillusione successiva. Le pietre sono diventate un souvenir dice Alles wird gut [11], singolo della band tedesca Toten Hosen.
In occasione della caduta del muro, la Berliner Philarmoniker diretta da Daniel Barenboim tenne un memorabile concerto in cui, tra i vari brani, eseguì l'ouverture Così fan tutte [12] di Mozart. Un altro concerto storico si svolse nel 1983 e protagonista fu Udo Lindenberg, alfiere del rock germanico, nato nell’Ovest, a pochi passi dell’Olanda, che riuscì a suonare a Berlino Est senza però poter cantare la sua Sonderzug nach Pankow [13]. Il primo a superare la cortina di ferro fu Louis Armstrong, che nel 1965, si esibì al Friedrichstadtpalast. E di questo live abbiamo scelto Mack the Knife (in italiano: “La ballata di Mackie Messer”) composta da Kurt Weill su testo di Bertolt Brecht [14]. Il live della svolta, uno di quei passaggi storici che contribuì alla caduta della barriera, fu quello di Bruce Springsteen a Berlino Est, nel luglio 1988: il Boss intonò Chimes of Freedom [15] di Bob Dylan e la folla impazzì. Arrivavano proprio da Ost-Berlin i corrosivi punk Die Skeptiker – esponenti della contestazione nata negli anni Ottanta – autori di Dada Berlin [16].
Punk, anche se in chiave situazionista, erano gli italiani CCCP che attingevano a piene mani dall’immaginario sovietico ed est-europeo, Live in Pankow [17] ne è uno degli esempi più espliciti. Summer 78 [18] di Yann Tiersen è, invece, l’estate del 1978 quando Christiane, la madre nel film Goobye Lenin, decide, dopo essere stata interrogata dalla Stasi a proposito della fuga del marito a Ovest, di dedicare anima e corpo alla causa della DDR. All’ultimo decennio di muro, seduto davanti al quale, nel 1979, Lucio Dalla inventò Futura [19]. “Sarà diversa bella come una stella / sarai tu in miniatura”. Anche Holiday in the Sun [20] fu composta dai Sex Pistols in un loro soggiorno a Berlino (“The Berlin wall” viene ripetuto più volte nel testo). E, qui, fu creata From Her to Eternity [21] ritratta nel film Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders con la partecipazione degli autori stessi, Nick Cave e i Bad Seeds. “That's when you're longing / For a summer by the wall / It's a summer by the wall”, così il synth-pop dei tedeschi Alphaville, nel 1984, racconta con Summer in Berlin [22] un’estate a ridosso del muro. Immagini che ritornano nel videoclip di Singularity [23] dei New Order, un ritratto pre-caduta fra cultura giovanile, scontri con la polizia, concerti, droghe.
Legati a Berlino, tanto da avere qui un museo a loro dedicato, sono i Ramones che in Born to die in Berlin [24] cantano una strofa in tedesco. Ispirata a una storia berlinese della Seconda guerra mondiale, nonché metafora del recente cambiamento, è Zoo Station [25] degli U2 in apertura di Achtung Baby. Era il 1991. Due anni prima, usciva, precisamente due mesi prima della riapertura delle frontiere, Haus Der Lüge degli Einstürzende Neubauten, massimi esponenti dell’avanguardia industrial: Fiat Lux [26] è una plastica dimostrazione della loro ricerca estetica. In vena di sperimentazioni sono stati anche i Neu! che, a cavallo tra 1974 e 1975, registrarono il brano Hero [27] che ispirerà il celebre pezzo di Bowie. In una playlist sul muro non poteva mancare Another Brick in the Wall [28] dei Pink Floyd.
Torna nel passato, ai tempi del muro, Kreuzberg [29] dei Bloc Party, uscita nel 2007. Il nostro viaggio si conclude con Riprendere Berlino [30] degli Afterhours. Luogo fisico e della memoria, che alla musica ha dato tanto e continuerà a dare.
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