Una nuova vita virtuale per gli Zemì di UniTo
Un progetto vincitore del bando E-RHIS consentirà di approfondirne lo studio. Tra gli obiettivi anche quello di realizzare modelli 3D dei due importanti reperti conservati al MAET
Una équipe coordinata dalla Prof.ssa Cecilia Pennacini, direttrice Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino (MAET) e docente di Etnologia e Antropologia Visiva al Dipartimento di Culture, Politica e Società, sta svolgendo indagini diagnostiche su due tra i più importanti reperti del MAET. Si tratta dei due Zemí (uno di cotone e l'altro scolpito in legno), antichi oggetti sacri appartenenti al popolo Taíno che accolse Cristoforo Colombo nell’isola da lui denominata Hispaniola, oggi suddivisa tra Haiti e la Repubblica Dominicana. Quello realizzato in cotone è unico al mondo nel suo genere. I due reperti sono arrivati al museo negli anni Venti del Novecento grazie a una donazione.
Il progetto di ricerca MAETZE (MAET Zemis: A New Virtual Life), finanziato attraverso un bando competitivo E-RIHS (European Research Infrastructure For Heritage Science), consente di approfondire lo studio dei due Zemì attraverso tecnologie d'avanguardia messe a disposizione dai Laboratori Mobili del CNR. Indagini non invasive – da un punto di vista sia radiologico che chimico – per scoprire nuovi dettagli dei due importanti oggetti e continuare l'opera di monitoraggio e conservazione. Questa campagna ha anche lo scopo di realizzare modelli 3D avanzati dei reperti, restituendo loro una vita virtuale.
L’equipe, guidata da Cecilia Pennacini, comprende Joanna Ostapkowicz (Oxford University, UK), Rosa Boano (Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi) e Gianluigi Mangiapane (Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione) e lavora in collaborazione con i MOLAB, i laboratori mobili del CNR.