Nell’autoritratto di El Greco “Portrait of an Old Man” i sintomi di un ictus 14 anni prima della morte
Una ricerca congiunta di Università di Torino con partner di Spagna e Stati Uniti fa luce sui disturbi che colpirono il pittore
Nel celebre autoritratto “Portrait of an Old Man” il maestro ritrattista Doménikos Theotokópoulos (1541 –1614), noto come El Greco, ha dipinto i segni dell'ictus che lo avrebbe colpito qualche anno dopo.
Attraverso l’iconodiagnostica, la disciplina che applica la diagnosi medica allo studio delle opere d’arte, la Dott.ssa Raffaella Bianucci, paleopatologa e antropologa dell’Università di Torino (Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Sezione di Medicina Legale), il Prof. Otto Appenzeller, neurologo (New Mexico Health Enhancement and Marathon Clinics Research Foundation, USA), e lo storico dell’arte e biografo del pittore Fernando Marìas (Università Autonoma di Madrid), hanno identificato i segni di un ictus a livello del lobo parietale destro nel ritratto “Portrait of an Old Man”(1595-1600, Metropolitan Museum, New York), l’unico autoritratto lasciato dall’artista.
Nel dettaglio, studiando il dipinto, i ricercatori sono arrivati a ipotizzare la condizione neurologica del celebre pittore. Hanno identificato una malformazione oculare, l’enoftalmo congenito, che può occorrere in seguito a uno scorretto sviluppo all’interno dell’utero. Si manifesta con una deformità superficiale, che porta a un'asimmetria nella posizione dei due occhi. Nei ritratti i pittori utilizzano puntini bianchi per conferire all’occhio caratteristiche di vitalità; seguendo la posizione di questi punti bianchi nella cornea come guida, il gruppo di ricerca ha osservato che le pupille di El Greco non sono parallele: una condizione che corrisponde allo strabismo.
Inoltre, sono arrivati a ipotizzare che El Greco soffrisse di ambliopia (o occhio pigro) - un calo unilaterale o bilaterale della vista in uno o entrambi gli occhi - che nei pazienti moderni è una conseguenza comune dello strabismo.
La fronte sinistra meno corrugata; l’orecchio più grande e di forma diversa; il muscolo temporale sinistro e la guancia atrofici e le pieghe naso-labiali più profonde; l’angolo sinistro della bocca leggermente incurvato; i peli dei baffi del lato sinistro più lunghi e la barba lunga, suggerendo un’impossibilità di pettinare la parte sinistra del suo volto: questi segnali letti insieme possono rappresentare i sintomi di una possibile lesione parietale destra con una conseguente perdita parziale di consapevolezza del lato sinistro del volto.
Di conseguenza, il team di ricerca conclude che il pittore soffrì di un “left sided neglect” o eminegligenza spaziale unilaterale, un disturbo della cognizione spaziale in cui, a seguito di una lesione cerebrale, il paziente ha difficoltà a esplorare lo spazio controlaterale alla lesione e non è consapevole degli stimoli presenti in quella porzione di spazio esterno o corporeo e dei relativi disordini funzionali.
El Greco si riprese piuttosto bene da questo primo evento che non compromise le sue capacità motorie e riprese a dipingere. Nel 1608, fu colpito da un secondo ictus risultante in un’agrafia, un evento associato a una lesione corticale sinistra. Due anni dopo recuperò parzialmente la capacità di scrivere ma nel 1614, anno della sua morte, la sua firma risultava completamente irriconoscibile. In assenza di fonti documentarie che riguardino le condizioni di salute del pittore nel periodo precedente il 1608, lo studio condotto dimostra che El Greco soffrì di una serie di eventi ischemici che ebbero inizio all’incirca 14 anni prima che si manifestasse l’ultimo episodio che lo condusse a morte.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati dalla rivista internazionale scientifica “Journal of the Neurological Sciences”.