Negli indri del Madagascar maschi e femmine combinano diversamente le loro frasi durante il canto
Uno studio dell'Università di Torino ha permesso di comprendere come questi grossi lemuri organizzino il loro linguaggio in modo diverso in base al sesso
La capacità degli esseri umani di combinare segnali acustici rende unico il nostro linguaggio. Nonostante il grado di complessità osservato nell'uomo non sia riscontrabile in altre specie, gli studi effettuati su uccelli, mammiferi marini e primati hanno mostrato come la capacità di combinare suoni in frasi e frasi in sequenze non sia unicamente umana.
Uno studio dell’Università di Torino ha indagato le capacità combinatorie degli indri del Madagascar, una specie su cui i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi lavorano da più di 15 anni. Il lavoro che è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Primatology mostra, per la prima volta in una specie di lemuri, come maschi e femmine presentino differenze nella combinazione delle frasi nei loro canti. Lo studio, condotto da Anna Zanoli, Chiara De Gregorio, Daria Valente, Valeria Torti, Giovanna Bonadonna, Cristina Giacoma e Marco Gamba del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino e da Rose Marie Randrianarison del GERP Madagascar, ha permesso di comprendere come questi animali concatenino le frasi all'interno dei loro canti in modo differente in base al sesso.
In questo video i risultati principali della ricerca:
“Questo lavoro - spiega il prof. Marco Gamba - ha evidenziato come l’organizzazione delle frasi nel canto di indri sia altamente sesso specifica. Abbiamo ottenuto questo risultato utilizzando una metodologia che viene solitamente usata per quantificare la differenza tra le parole appartenenti al linguaggio umano”. Anna Zanoli, dottoranda del Dipartimento, aggiunge: “Abbiamo potuto comprendere come le femmine concatenino le frasi all'interno dei loro canti in modo altamente individuo-specifico, mentre i maschi sono più simili tra di loro”.
La prof.ssa Cristina Giacoma, co-autrice del lavoro e direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, è da più di dieci anni impegnata a coordinare le attività nella stazione di ricerca della foresta di Maromizaha, in Madagascar. “Avere una presenza costante in Madagascar e una stazione di ricerca nella foresta - sottolinea la prof.ssa Giacoma - rappresentano un’occasione formativa peculiare per decine di studenti dell’Università di Torino che in questi anni hanno condotto in quegli ambienti unici la raccolta dati della loro tesi di laurea e del dottorato di ricerca. Ma non è solo questo, è un elemento indispensabile per programmare studi a lungo termine che ci consentano di scoprire le caratteristiche di specie endemiche e comprendere come fenomeni legati all'antropizzazione e al cambiamento climatico abbiano un impatto in quelle aree”.