'I primi 1000 giorni', il sito per comprendere gli effetti dell’esposizione ambientale nei primi mille giorni di vita
Il sito è stato sviluppato in collaborazione con CPO Piemonte - Università degli Studi di Torino
Nasce I primi 1000 giorni, uno spazio di informazione rivolto a genitori, cittadini, decisori, pediatri e ricercatori per comprendere gli effetti dell’esposizione ambientale nei primi 1000 giorni di vita e sottolineare l’importanza di crescere in contesti di vita sani.
Essere esposti al fumo passivo, respirare aria inquinata, vivere in città o vicino a siti industriali peggiora la salute a vari livelli e in tutte le fasi della vita. Il periodo che va dal concepimento ai 2 anni di età, e quindi i primi 1000 giorni di vita, è particolarmente importante per la salute, con effetti che si possono ripercuotere nel corso di tutta la vita. Per questo, disporre di dati sulle esposizioni ambientali nei primi 1000 giorni di vita e sui potenziali meccanismi di mediazione epigenetica coinvolti è essenziale per migliorare la salute degli individui e pianificare interventi di prevenzione a livello di sanità pubblica. “Il periodo che va dal concepimento alla fine del secondo anno di vita, è particolarmente critico nel caso di esposizione ad inquinanti ambientali”, commenta Luca Ronfani dell’I.R.C.C.S. materno infantile Burlo Garofolo e referente scientifico del progetto. “In questo progetto ci siamo concentrati sul fumo di sigaretta e sull’inquinamento atmosferico, dove per inquinamento atmosferico si intende l’immissione nell’aria di sostanze inquinanti legate ai trasporti, al traffico autoveicolare, al riscaldamento domestico e ovviamente anche alle emissioni industriali che vanno ad aggravare la situazione. Quindi parliamo di sostanze inquinanti come il Particolato atmosferico, i famosi PM10 e PM2.5 che tutti noi abbiamo sentito nominare, ma anche altre sostanze tipo il biossido di azoto o l’ozono”.Per caratterizzare la relazione tra l’esposizione a questi inquinanti ambientali durante i primi giorni di vita e gli effetti sulla salute delle donna e del bambino: “Da una parte abbiamo analizzato i risultati dello studio di coorte di nati Piccolipiù, che ha arruolato più di 3000 donne in 5 città italiane”, spiega Ronfani; “le informazioni raccolte ci hanno permesso di misurare in maniera precisa l’esposizione al fumo di sigaretta e agli inquinanti atmosferici, ma anche di individuare possibili fattori di protezione”.
Dall’altra parte sono state effettuate delle revisioni della letteratura scientifica, per capire l’associazione tra l’esposizione precoce a inquinanti ambientali e la salute. “Le revisioni hanno confermato che l’esposizione precoce a queste sostanze nei primi 1000 giorni di vita, ma in particolare durante la gravidanza, comporta degli esiti importanti per la salute del bambino, per esempio aumentando il rischio di alcuni esiti neonatali, come il parto prematuro e il basso peso alla nascita, ma anche problemi respiratori quali l’asma bronchiale. Inoltre, è stata trovata un’associazione anche con il neurosviluppo del bambino. La letteratura scientifica suggerisce, per esempio, che l’esposizione agli inquinanti ambientali possa essere associata all’autismo”.
Il sito nasce per restituire ai diversi target i risultati del progetto di ricerca, informare sull’impatto sulla salute dei bambini dell’esposizione a fattori di rischio ambientali e proporre strumenti per promuovere cambiamenti in grado di generare salute ai genitori e a tutti coloro (dagli operatori sanitari ai semplici cittadini) che si occupano dei bambini nei loro primi 1000 giorni di vita. “Tutte le informazioni che scaturiscono da questo progetto sono rese disponibili all’interno del sito, dove si possono trovare anche indicazioni su come proteggersi dall’inquinamento con l’adozione di comportamenti individuali”, continua Ronfani. “Per esempio il fatto di camminare di più con il nostro bambino, andare a piedi a scuola, frequentare aree verdi dove giocare, fare attività fisica evitando le zone di maggior traffico”.
Se da un lato si esplorano i comportamenti individuali che possono migliorare la nostra salute, dall’altro si vuole offrire ai ricercatori, alle società scientifiche, a singoli pediatri e agli operatori sanitari , che lavorano a contatto con le donne e i bambini, un punto di partenza per un’azione congiunta e partecipata da tutti gli stakeholder coinvolti. Gli interventi che possono ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la salute degli individui devono necessariamente combinare cambiamenti nei comportamentali individuali con interventi basati su politiche nazionali e regionali e sulle infrastrutture: dalla costruzione di piste ciclabili allo sviluppo di spazi verdi nelle aree urbane. Al livello di Governo, il tema della riduzione delle esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute è centrale nel Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018 e in quello 2020-2025 e in molti dei progetti proposti per il nostro paese nell’ambito del Recovery Plan.
Il sito è stato sviluppato nel corso di un progetto di ricerca finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della Salute e coordinato dalla SC Epidemiologia Clinica e Ricerca sui Servizi Sanitari dell’IRCCS materno infantile Burlo Garofolo di Trieste in collaborazione con: Università degli Studi di Torino – CPO Piemonte; Azienda ospedaliero universitaria Meyer, Ospedale pediatrico, Firenze; Dipartimento di Epidemiologia Servizio Sanitario Regionale, ASL Roma 1, Regione Lazio; Centro di Riferimento per la Scienze Comportamentali e la Salute Mentale, Istituto Superiore di Sanità; UO Neonatologia e Pediatria, Ospedale Versilia, Azienda USL Toscana Nord Ovest; Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la Ricerca e l'Innovazione Biomedica – Palermo.