Maurizio Valsania tra i 4 finalisti del George Washington Book Prize 2023
Il docente del Dipartimento diLingue UniTo è candidato con il libro “First Among Men: George Washington and the Myth of American Masculinity”, una nuova biografia del primo Presidente americano
Insieme al Pulitzer e al National Book Award, il George Washington Book Prize è il più prestigioso riconoscimento letterario statunitense. E tra i 4 finalisti dell’edizione 2023, che si contenderanno il titolo nella finale del 24 agosto a Mount Vernon, storica tenuta del primo presidente americano e ora sede di un museo a lui dedicato, c’è anche Maurizio Valsania, Professore Associato di Storia e istituzioni delle Americhe del Dipartimento e Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino. Il suo ultimo libro, First Among Men: George Washington and the Myth of American Masculinity (Johns Hopkins University Press, 2022), una nuova biografia del primo Presidente americano, gareggerà con i saggi di Mary Sarah Bilder, Fred Kaplan e Stacy Schiff - dedicati a altre figure illustri della storia degli Stati Uniti. Il premio infatti, istituito nel 2005, riconosce i migliori lavori dell'anno precedente dedicati all’era della fondazione della nazione, in particolare quelli che hanno il potenziale per promuovere un'ampia comprensione pubblica della prima storia americana.
Professor Valsania, qual è l’origine della mitizzazione di George Washington?
Il processo di mitizzazione di George Washington, primo presidente americano ed eroe indiscusso della rivoluzione, inizia subito dopo la sua morte, avvenuta nel dicembre del 1799, e non si è ancora fermato. Washington diventa un’icona: la personificazione della grandezza degli Stati Uniti. Di più, Washington verrà salutato come l’ideale del maschio americano, alto, forte, sano, determinato, combattivo e palesemente seduttivo, un po’ attore hollywoodiano e un po’ Donald Trump.
Il suo libro propone una nuova biografia di Washington che cerca di invertire questa tendenza: in che modo?
Ho scelto di raccontare la sua vita partendo dal contesto ideologico, sociale e materiale della Virginia del diciottesimo secolo, e facendo emergere una figura diversa dalla narrazione tradizionale, con un gusto estetico raffinato e maturo, capace di muoversi con grazia e delicatezza, a suo agio nei campi di battaglia come nell’alta società. Un uomo in grado anche di esprimere un ventaglio vasto di emozioni. Insomma, il libro propone un ritratto che, proprio come quello della nazione americana, è intriso di complessità e contraddizioni. Nel “mio” Washington convivono lo schiavista violento e il politico animato da un alto senso di giustizia. Come il volto della sua nazione, anche il suo volto è allo stesso tempo implacabile e materno.