Il Prof. Massimo Salvadori vince il Premio Feltrinelli per la Storia
Conferito dall'Accademia dei Lincei, il riconoscimento premia il professore emerito dell'Università di Torino per i suoi studi su marxismo, questione meridionale e Stati Uniti
L’11 novembre Massimo Salvadori, professore emerito dell’Università di Torino, è stato insignito del Premio «Antonio Feltrinelli» per la Storia, assegnato dall’Accademia dei Lincei.
I primi lavori di Salvadori sono suggeriti dal suo interesse per Antonio Gramsci, specie in rapporto alla questione meridionale, ovvero al problema dell'arretratezza storica del Mezzogiorno e della rivoluzione agraria mancata. Dopo Gramsci, fu sempre più attratto dalla storia del marxismo, che interpretò dapprima in chiave socialdemocratica e poi in chiave comunista, dopodiché si concentrò anche sulla storia d'Italia di fine Novecento. Nel contempo però maturava anche un altro polo dei suoi interessi, quello che lo aveva portato più volte anche a insegnare e a fare ricerche negli Stati Uniti.
Le ricerche prolungate e feconde sulla storia americana sono il frutto di una svolta sostanziale, quasi di una "conversione" negli interessi: non più Marx, Kautsky, Gramsci, insomma l'interesse per la "democrazia proletaria", bensì l'approdo alle "tematiche della cultura politica liberale", con al centro gli Usa, eletti a nuovo polo politico del mondo e in grado di affrontare tanto la Russia quanto la Cina.
La sua grande passione per la democrazia è oggi purtroppo in fase di "grave deterioramento" e i grandi e irrisolti problemi, a partire dal divario tra Nord e Sud, sono rimasti tali. Quella di deteriorarsi, e più spesso di deperire, sembra la sorte riservata ai grandi ideali, tra cui il riscatto delle classi sfruttate, illustrato tenacemente, con grande precisione e lucidità, nella sua produzione storica.
Massimo L. Salvadori (1936) ha insegnato Storia contemporanea e Storia delle dottrine politiche prima nella Facoltà di Magistero e poi in quella di Lettere e Filosofia. Allievo di Walter Maturi nell’Ateneo piemontese e di Federico Chabod all’Istituto italiano per gli Studi Storici di Napoli, è stato Fellow presso il Wilson Center di Washington DC e Visiting Professor alla Columbia University di New York e a Harvard.
Deputato nell’XI Legislatura (1992-1994), è stato Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati. È Socio nazionale residente dell’Accademia delle Scienze di Torino.
Salvadori ha pubblicato un gran numero di libri e saggi che, tradotti anche all’estero, hanno avuto una vasta circolazione nazionale e internazionale. Tra il suo primo libro – Il mito del buon governo. La questione meridionale da Cavour a Gramsci (Einaudi 1960) – e la sua opera più recente – Da un secolo all’altro. Profilo storico del mondo contemporaneo. 1980-2022 (Donzelli 2022) – ha dedicato la sua attività di ricerca a molteplici temi, offrendo un prezioso apporto alla storiografia contemporanea e al dibattito pubblico, cui ha contribuito anche come editorialista di grandi quotidiani come «La Stampa» e «La Repubblica».
Sono essenzialmente quattro le linee di fondo lungo le quali Salvadori ha sviluppato le sue ricerche.
La prima è quella della storia d’Italia, indagata sotto diverse prospettive fin dal già citato (e più volte ripubblicato) Mito del buon governo. In questo ambito meritano senz’altro di essere ricordati la densa monografia su Gaetano Salvemini (Einaudi 1963), Il movimento cattolico a Torino. 1911- 1915 (Giappichelli 1969), il fortunato volume Storia d’Italia e crisi di regime (Il Mulino 1994, più volte ristampato e aggiornato), Italia divisa. La coscienza tormentata di una nazione(Donzelli 2007), L’Italia e i suoi tre stati. Il cammino di una nazione (Laterza 2011), cui sono seguiti più di recente l’ampia monografia intitolata Storia d’Italia. Il cammino tormentato di una nazione. 1861-2016 (Einaudi 2018) e una originale biografia di Giolitti. Un leader controverso(Donzelli 2020).
La seconda linea di ricerca cui Salvadori ha dedicato molte delle sue energie è quella relativa alla storia e alla teoria del socialismo e del comunismo. Spiccano in questo campo lo studio su Gramsci e il problema storico della democrazia (Einaudi 1970, ristampato da Viella nel 2007), Kautsky e la rivoluzione socialista. 1880-1938 (Feltrinelli 1976), Eurocomunismo e socialismo sovietico (Einaudi 1978), Dopo Marx. Saggi su socialdemocrazia e comunismo (1981), L’utopia caduta. Storia del pensiero comunista da Lenin a Gorbaciov (Laterza 1991), La parabola del comunismo (Laterza 1995), La sinistra nella storia italiana (Laterza 1999), L’occasione socialista nell’era della globalizzazione (Laterza 2001) e Le ingannevoli sirene. La sinistra tra populismi, sovranismi e partiti liquidi" (Donzelli 2019).
Di grande rilievo anche la terza linea di ricerca cui Salvadori si è applicato per anni, grazie anche a ripetuti soggiorni di studio a Washington, Cambridge (MA) e New York: la storia degli Stati Uniti, rivisitata soprattutto nella prospettiva del pensiero politico. In questo campo si devono citare tre essenziali contributi. Il primo, in ordine di tempo, è l’interessantissima e anche un po’ spiazzante monografia Potere e libertà nel mondo moderno. John C. Calhoun: un genio imbarazzante (Laterza 1996), in cui il campione del razzismo e degli Stati del Sud alla vigilia della guerra civile americana appare soprattutto come un lucido precursore dei grandi teorici europei otto-novecenteschi della politica moderna (dagli elitisti a Max Weber); il secondo è l’ampio lavoro L’Europa degli americani. Dai padri fondatori a Roosevelt (Laterza 2005), che ricostruisce la storia dell’immagine che gli Americani ebbero del Vecchio Mondo dalla nascita degli USA sino alla Seconda guerra mondiale; il terzo è un piccolo ma densissimo e un po’ dissacrante volumetto su uno dei più grandi classici del pensiero politico europeo, Alexis de Tocqueville, grande osservatore della società statunitense: Le stelle, le strisce, la democrazia. Tocqueville ha veramente capito l’America? (Donzelli 2014).
Infine, quarta linea di ricerca, che in verità attraversa tutte le altre fin dallo studio su Gramsci: la storia dell’idea di democrazia e in modo particolare della sua crisi profonda nel tempo presente. In quest’ambito ci si può limitare a citare due testi recenti. Il primo è il fortunato volumetto Democrazie senza democrazia (Laterza 2009): una diagnosi senza sconti della crisi democratica nell’epoca della globalizzazione. Il secondo è il corposo volume Democrazia. Storia di un’idea tra mito e realtà (Donzelli 2015), in cui Salvadori ricostruisce i percorsi teorici dell’idea di democrazia e la sua storia concreta dal mondo antico al tempo presente.
La ricchissima produzione storiografica e teorico-politica di Salvadori non si esaurisce in questi quattro ambiti di ricerca, per molti aspetti tra loro interconnessi. Si potrebbero infatti citare molti altri preziosi contributi storiografici e di dibattito quali ad esempio Il Novecento. Un’introduzione (Laterza 2002), Le inquietudini dell’uomo onnipotente (Laterza 2003), L’idea di progresso. Possiamo farne a meno? (Donzelli 2006), In difesa della storia. Contro manipolatori e iconoclasti (Donzelli 2021) e il recentissimo (e già citato) Da un secolo all’altro. Profilo storico del mondo contemporaneo. 1980-2022 (Donzelli 2022).