L'Unione Europea premia la ricerca UniTo con i progetti gE.CO Living Lab e CO3
L'Europa sceglie la ricerca UniTo per studiare le forme di organizzazione informale e sviluppare tecnologia avanzata per l'auto-organizzazione dei cittadini
I progetti di ricerca gE.CO Living Lab, coordinato per il Dipartimento di Giurisprudenza dalla ricercatrice Alessandra Quarta, e CO3, guidato dal Prof. Guido Boella del Dipartimento di Informatica, hanno ricevuto un finanziamento di oltre 4 milioni di Euro dall’Unione Europea attraverso il workprogramme H2020 Europe in a Changing World: Inclusive, Innovative and Reflective Societies sul tema dei beni comuni e del supporto tecnologico per le iniziative di auto-organizzazione dei cittadini.
gE.CO Living Lab - Generative European Commons Living Lab (progetto di durata triennale, che ha ricevuto un finanziamento di 1 milione di Euro) è la prima ricerca europea a mappare e studiare gli statuti organizzativi di gruppi formali e comunità informali che hanno creato fab-lab, hub, incubatori, spazi di co-creazione, centri sociali, rigenerando immobili abbandonati e aree urbane.
Si tratta di pratiche innovative basate sulla condivisione e sulla collaborazione per l’auto-produzione di beni e servizi che spesso stabiliscono una nuova parntership tra le istituzioni pubbliche e le comunità locali, e si basano su modelli innovativi di auto-organizzazione e governance. Nonostante queste iniziative siano essenziali per reagire alle sfide della quarta rivoluzione industriale, sono numerosi i problemi giuridici e di sostenibilità economica connessi al loro sviluppo.
Insieme all’Università di Torino, con i Dipartimenti di Giurisprudenza e Informatica, alla ricerca collaborano la New Castle University, esperta di strumenti digitali di governance e partecipazione e l’Università di Barcellona, che ha il compito di indagare i fattori sociali, culturali e politici di questi cambiamenti. Sono inoltre presenti nel consorzio il Community Land Trust Bruxelles, ente no profit attivo nel campo dei modelli alternativi di accesso all’abitazione, Open Lab Athens, che offre supporto alle iniziative di auto-organizzazione e solidarietà nate in Grecia, Patrizia di Monte, architetto spagnolo che ha progettato moduli di rigenerazione urbana per gli spazi vuoti e abbandonati, Eutropian, organizzazione che si occupa di ricerca nell’ambito delle politiche di pianificazione urbana e l’associazione italiana Spazi Indecisi, che supporta i percorsi di memoria collettiva attorno ai vuoti urbani.
Il progetto CO3 - Digital Disruptive Technologies to Co-create, Co-produce and Co-manage Open Public Services along with Citizens (progetto di durata triennale, che ha ricevuto un finanziamento di oltre 3 milioni di Euro), guidato dal Dipartimento di informatica, assieme ai Dipartimenti di Giurisprudenza ed ESOMAS, prevede invece l’utilizzo e lo sviluppo di tecnologia avanzata per favorire il coinvolgimento dei cittadini in tutte le fasi del servizio pubblico.
In pratica, il progetto svilupperà una piattaforma basata su 5 disruptive technologies per favorire l’auto-organizzazione nella produzione di servizi, la valutazione della sostenibilità dei modelli fino a offrire strumenti per una piena operatività socio-economica, culturale e giuridica. La piattaforma comprenderà FirstLife, (il social network civico basato su di una mappa interattiva) LiquidFeedback (celebre piattaforma per la democrazia diretta), meccanismi di gamification (per incentivare i cittadini a partecipare alla gestione dei servizi), la tecnologia Blockchain e la Realtà Aumentata.
In particolare, avvalendosi della tecnologia Blockchain (struttura tecnologica alla base delle criptovalute come i Bitcoin) CO3 offrirà strumenti per creare e scambiare tokens (gettoni) che rappresentano un insieme di strumenti finanziari locali per sostenere i servizi gestiti dai cittadini o dalle organizzazioni. I token, grazie alla tecnologia smart contract delle nuove Blockchain (i protocolli informatici che facilitano, verificano, o fanno rispettare, la negoziazione o l'esecuzione di un contratto), potranno rappresentare tessere prepagate, coupon di sconto, tessere punti e tessere fedeltà, group buying,crowdfunding, diritti di accesso a risorse condivise o diritti di voto.
CO3 è sviluppato in collaborazione con 10 partner in Italia, Germania, Francia, Spagna e Grecia, tra cui il centro di ricerche LINKS di Compagnia di San Paolo, il Comune di Torino e la Rete delle case del quartiere e verrà sperimentato in tre città, Torino, Atene e Parigi.
CO3 fornirà dunque uno strumento sperimentale anche per le comunità mappate e studiate nell’ambito del gE.CO Living Lab. “I due progetti” spiegano i Proff. Boella e Quarta “hanno lo scopo di studiare per la prima volta e dare visibilità a quei fenomeni sempre più diffusi in Europa che stanno cambiando non solo le politiche degli enti locali, chiamati a confrontarsi con forme di auto-organizzazione e di rigenerazione urbana, ma anche il modo di concepire lo spazio pubblico”.
Torino è quindi la città su cui l’Europa punta le sue carte sul tema Beni comuni e sul supporto tecnologico per le iniziative di auto organizzazione dei cittadini.
L’interesse della EU era già testimoniato dal finanziamento dei progetti WeGovNow! (4 milioni di Euro, sul programma H2020) che vedono Comune, Università e Politecnico assieme, e Co-City (5 milioni di Euro, sul programma Urban Innovative Action) guidato dal Comune di Torino assieme all’Università, le Case del Quartiere e ANCI.