Loris D'Antoni, l'ex studente UniTo premiato da Microsoft: "Uno dei 5 migliori docenti di Informatica USA"
Già Assistant Professor alla University of Wisconsin-Madison, ha ottenuto quest'anno il Microsoft Research Faculty Fellowship
Tra i talenti più innovativi e promettenti nel campo dell'informatica c'è anche un italiano. Loris D'Antoni, 33enne originario di Alba, è uno dei 5 vincitori del Microsoft Research Faculty Fellowship, premio attribuito dall'azienda americana ai migliori Assistant Professors di Informatica degli Stati Uniti. L'ex studente dell'Università di Torino, attualmente docente del Dipartimento di Computer Sciences alla University of Wisconsin-Madison, è stato scelto tra i 185 finalisti di quest'anno grazie alle sue ricerche sulla programmazione automatica.
Prof. D'Antoni, di cosa si occupa al Dipartimento di Computer Sciences alla University of Wisconsin-Madison?
Sono diventato Assistant Professor nel 2015, subito dopo aver completato il mio Dottorato (PhD) alla University of Pennsylvania. Principalmente mi occupo di costruire sistemi per migliorare la produttività dei programmatori. Ultimamente, sono particolarmente interessato alla programmazione automatica, dove creo sistemi che permettano al programmatore o a un utente non esperto di descrivere ad alto livello cosa vogliono che il loro programma esegua (e.g., tramite esempi o descrizioni in linguaggio naturale). I sistemi poi usano queste descrizioni per generare programmi in maniera completamente autonoma. Per esempio, un utente potrebbe richiedere un programma che sull’input testuale “Loris D’Antoni” produca come output le iniziali “L.D.”; dato questo esempio, il sistema genererà un programma che potrà essere usato per estrarre le iniziali da altri nomi e cognomi. L’obiettivo finale di questo ramo della mia ricerca è di democratizzare la programmazione e permettere a tutti (anche a chi non sa programmare) di scrivere semplici programmi che migliorino la loro produttività.
Come è arrivato ad appassionarsi alla programmazione informatica? Cosa la motiva quotidianamente nella sua attività di ricerca?
Grazie all’interesse di mio padre per la tecnologia, abbiamo sempre avuto un computer in casa fin da piccoli. Ciò mi ha portato a coltivare un interesse per l’informatica. Inizialmente il mio interesse era piuttosto vago ma profondo abbastanza da farmi orientare verso un indirizzo informatico alle scuole superiori. Quando a ragioneria sono entrato in contatto con la programmazione, è stato subito chiaro che questo ambito mi entusiasmava; potevo creare ciò che volevo semplicemente con un computer. La scelta di studiare informatica all’Università è poi stata ovvia. Grazie alla mia relatrice Mariangiola Dezani sono entrato in contatto con la ricerca, la quale è immediatamente diventata la mia passione.
Le mie idee di ricerca nascono da problemi pratici che continuo a riscontrare nella mia vita da programmatore e professore. In particolare, nonostante si programmi da più di 50 anni, i programmatori continuano a scrivere molto codice ripetitivo e pieno di errori simili tra loro. Molte delle mie idee hanno l’obiettivo di ridurre l’occorrenza di questi errori e di rendere la programmazione meno ripetitiva.
Oltre al Microsoft Research Faculty Fellowship lei ha vinto in passato numerosi altri premi. Che effetto le ha fatto essere uno dei 5 vincitori oggi? È stato diverso rispetto alle altre volte?
Questo premio è speciale perché solo 5 professori vengono selezionati ogni anno. Ho la fortuna di conoscere alcuni degli altri premiati e sono tutti ricercatori di gran fama. Far parte di questo gruppo è veramente un onore. I miei premi precedenti sono stati assegnati da esperti del mio settore di ricerca, ma in questo caso la competizione era con tutti gli Assistant Professors di Informatica degli Stati Uniti. Sapere che il lavoro mio e dei miei studenti è apprezzato al di fuori del mio settore è veramente una soddisfazione incredibile.
Per gli studenti del Dipartimento di Informatica di Unito che vorrebbero intraprendere una carriera accademica (magari all’estero) che consiglio si sente di dare?
Il mondo accademico (almeno quello che ho potuto conoscere) è stupendo. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo, conosco persone e lavoro su problemi che nessuno ha mai cercato di risolvere! Per coloro che stanno seriamente considerando una carriera accademica ho due consigli.
Il mio primo consiglio è di quantomeno provarci! Sono passati circa 10 anni da quando feci domanda di dottorato alla University of Pennsylvania. Se avessi ascoltato molti dei miei amici, non ci avrei nemmeno provato perché le possibilità di successo erano basse. Fortunatamente, ho seguito il mio sogno e non ho mollato.
Il mio secondo consiglio è di non aver paura di sbagliare o cambiare idea. Anche se scegliete di provare la carriera accademica e dopo qualche anno cambiate idea, potete sempre scegliere un altro tragitto. Tuttavia, se uno non ci prova, è un’opportunità persa. Inoltre, le abilità di problem solving che uno acquisisce nel mondo accademico torneranno utili qualsiasi carriera uno intraprenda. Se degli studenti interessati a intraprendere una carriera accademica negli Stati Uniti avessero domande (ad esempio, come preparare una domanda di dottorato) li invito a contattarmi: loris@cs.wisc.edu.