Lo Sterminio dimenticato delle persone omossessuali nei campi di concentramento
Una mattinata dedicata agli studenti e a tutti e tutte coloro che hanno voluto approfondire un tema che per troppo tempo è stato ai margini di un disastro che ha coinvolto il mondo intero.
Nell'Aula Magna della Cavallerizza Reale, si è svolto il convegno "Lo Sterminio Dimenticato", promosso dall'Università di Torino e organizzato dal Coordinamento Torino Pride, con il supporto del Consiglio Regionale del Piemonte e del suo Comitato Resistenza e Costituzione, in occasione delle manifestazioni per il Giorno della Memoria con l'obiettivo di accendere una luce sulle persecuzioni delle persone omosessuali.
Oltre all'intervento di storici cultori della materia, tra cui Lorenzo Benadusi, Maya De Leo, Giovanni Dall’Orto e Claudio Vercelli, il convegno ha visto anche la straordinaria partecipazione (in collegamento video) dell'ultima sopravvissuta italiana: Lucy, Luciano, classe 1924, dapprima bambino inquieto della provincia piemontese, poi adolescente “diverso” nella Bologna fascista e infine deportato a Dachau.
Fonti storiche riportano che gay, lesbiche bisessuali e transessuali/trangender sono stati/e il terzo gruppo, dopo ebrei, sinti e rom, ad essere perseguitati/e. Persone mandate a morire non per una loro particolare appartenenza etnica, politica o religiosa, ma a causa di quella che era considerata una malattia contagiosa che li separava anche dalle altre categorie perseguitate. In Germania il famigerato paragrafo 175, che considerava un crimine i rapporti sessuali di tipo omosessuale tra uomini, fu abrogato solo nel 1969.
Mentre per le lesbiche, perseguitate come "asociali", il segno di riconoscimento fu il triangolo nero, riservato alle prostitute, per gay (ma anche maschi effemminati o dal ruolo/identità di genere non conforme) fu scelto un grande triangolo rosa: il colore per negare la loro virilità, la dimensione per distinguerli da lontano. Nei campi di concentramento i Triangoli Rosa erano stati posti al livello più basso della scala di valore stabilita dalle SS, quel sistema di classificazione degli internati in gruppi contraddistinti da segni particolari che aveva lo scopo di creare una gerarchia che dava mano libera ai Triangoli Verdi, i criminali comuni, su tutti gli altri.
In Italia, diversamente dalla Germania dove si ebbe una radicalizzazione della persecuzione con l'ascesa del nazismo, non ci fu la reintroduzione di una legge specifica contro l'omosessualità, ma si decise per misure di polizia, spesso amministrative (diffida, ammonizione) o al confino.