Linked data: il digitale incontra gli studi umanistici
All’Università di Torino il seminario sui dati che le macchine “comprendono” e sulle nuove tecnologie applicate alle Digital Humanities
Organizzare in un ambiente digitale le conoscenze di ambito umanistico? Con i linked data si può.
Lo spiega a Unitonews il prof. Maurizio Vivarelli, del Dipartimento di Studi storici dell’Università di Torino: si tratta di dati strutturati, pubblicati sul web, che sono collegati fra loro da relazioni semantiche.
Il loro vantaggio rispetto ai dati tradizionali? I linked data sono comprensibili non solo dagli umani, ma anche dalle macchine, anche se provengono da diverse sorgenti, e permettono un modello di organizzazione delle informazioni digitali che ne valorizzi la dimensione complessiva: così, le macchine diventano parzialmente autonome nell'individuare le relazioni esistenti tra i dati.
I linked data e la loro applicazione in ambito umanistico sono i temi caldi del seminario “Lavorare con i Linked Data. Nuovi modelli di organizzazione della conoscenza in ambiente digitale”, organizzato al Campus Luigi Einaudi (Aula D5, giovedì 16 giugno alle ore 9.00) dal Dipartimento di Studi storici di Unito, AIB Piemonte, ICOM Piemonte e Valle d'Aosta, ANAI Piemonte e Valle d'Aosta, MAB Piemonte.
In un contesto attuale in cui le biblioteche, i musei e gli archivi hanno l’esigenza di rendere maggiormente fruibili e interconnessi i propri patrimoni documentari, diventa necessario applicare le nuove tecnologie alle Digital Humanities nell’organizzazione dei patrimoni informativi, secondo le modalità offerte dal web semantico e dai Linked Open Data (LOD).
Si tratta di un modello che investe l’intero processo di sistematizzazione della conoscenza, dall’analisi della documentazione alla pubblicazione e valorizzazione sul web.
“I linked data – continua Vivarelli - favoriscono il riuso dei contenuti informativi da parte di tutte le comunità che usano il web: sono dati aperti, e quindi utili sia in ambito umanistico sia nel mondo delle aziende, delle startup, nel marketing, nell’editoria e in tutti i progetti, come quello delle smart city, in cui il dato produce benefici per la comunità.”
Sono diverse le attività dell'Università di Torino sul tema dei dati: a marzo il Dipartimento di Informatica ha ospitato l'evento Fastdata@UNITO, e un gruppo di ricerca dello stesso dipartimento ha da poco vinto tre borse di ricerca finanziate dal colosso statunitense IBM.