"La Cultura in Piemonte", presentata la relazione annuale sul comparto culturale regionale
L'Università di Torino da quest'anno entra a far parte dell'Osservatorio Culturale del Piemonte
È stata presentata lunedì 3 luglio, nell’Auditotrium Vivaldi di Torino, la Relazione Annuale 2022-2023 “La cultura in Piemonte”, il documento realizzato dall’Osservatorio Culturale del Piemonte che prende in esame i dati del settore culturale della regione. Dal documento emerge un leggero cambio di passo per il comparto culturale in Piemonte dopo lo shock pandemico, ma con diverse velocità nei settori: nel 2022 sono stati in netta ripresa gli ingressi nei musei, cresce anche il cinema che resta però lontano dai livelli del decennio precedente. I servizi bibliotecari perdono un terzo degli iscritti ma consolidano i servizi di digital lending. Segnali incoraggianti per lo spettacolo dal vivo, dopo la conferma del saldo negativo del 2021 rispetto al 2019. Infine, si registrano risorse economiche in crescita grazie ai fondi del PNRR.
Molti i rappresentanti di enti e istituzioni coinvolti nella tavola rotonda moderata da Michele Rosboch, Presidente di IRES Piemonte: hanno preso la parola Alberto Anfossi, Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo; Paolo Bertolino, Segretario Generale di Unioncamere Piemonte; Matteo Pessione, Fondazione CRT; Marco Chiriotti, Vicedirettore Cultura e Commercio della Regione Piemonte; Rosanna Purchia, Assessora alla Cultura della Città di Torino; Simona Ricci, Direttrice dell’Associazione Abbonamento Musei; Marta Valsania, Segretaria Generale di AGIS Piemonte e Valle d’Aosta e Giulia Carluccio, Prorettrice dell’Università di Torino, Ateneo che da quest’anno fa parte dell’Osservatorio Culturale Piemonte.
“La partecipazione di UniTo all’osservatorio – ha dichiarato Giulia Carluccio – è davvero strategica per quanto ci riguarda. La transizione tecnologica, iniziata ben prima della crisi pandemica, evidenzia sempre di più come il rapporto tra cultura e tecnologia sia un binomio fondamentale. Questa transizione non deve però essere subita. Credo che grazie a confronti come questi, che mettono insieme istituzioni e soggetti diversi, possiamo aiutare tutti quei comparti che ad oggi sono maggiormente colpiti dalla transizione tecnologica. Diversi format che sono stati sperimentati durante la pandemia abbiano degli elementi che possono costituire spunti per una progettazione contemporanea e futura di grande interesse. Sono convinta che l’Università possa essere un soggetto adatto al coordinamento di queste esigenze, mettendo insieme competenze, sguardi e funzioni diverse nell’analisi e nella progettazione. Penso ad esempio ai progetti del PNRR, come NODES o il Partenariato Esteso 5, che riguarda proprio il nostro patrimonio culturale”.
Per Luca Dal Pozzolo, Direttore dell'Osservatorio Culturale del Piemonte: "La pandemia ci ha messo di fronte a una cesura drammatica con il passato, già fortemente incrinato da elementi di insostenibilità del sistema: È sempre più necessario uno sforzo di intelligenza collettiva, condivisa tra operatori, ricercatori indipendenti, Università per interpretare questa transizione evitando le paludi della semplificazione e le interpretazioni fondate su paradigmi ormai fuori corso, per individuare linee guida di azione, innovazioni economiche e gestionali, modalità di dialogo e coinvolgimento dei pubblici che convincano i nostalgici a non rimpiangere col senno di poi il 2019 come il migliore degli anni di sempre e diano strumenti agli attori e ai policy maker di chiudere i conti con il ‘900 per aprire la strada ad una nuova concezione delle attività e delle politiche culturali”.
Per Michele Rosboch, Presidente di IRES Piemonte, "La relazione
dell'Osservatorio si inserisce in un contesto economico-sociale del
Piemonte con dati in ripresa nel'anno 2022 e nei primi mesi del 2023
per quanto riguarda il PIL, gli investimenti, le esportazioni e il
settore turistico. Con riguardo alla relazione dell'Osservatorio, che
festeggia 25 anni di attività in un clima di grande
collaborazione istituzionale , essa mette in evidenza che anche il
settore culturale ha messo alle spalle la crisi (pur con
qualche distingue fra le diverse aree) e deve oggi cimentarsi con nuove
sfide, su tutte quella dell'innovazione tecnologica. Inoltre, spetta
certamente alla cultura contribuire a offrire criteri di comprensione
del tempo presente e dei cambiamenti, favorendo visioni di lungo
periodo".