Il contagio dello sbadiglio è più frequente tra familiari e amici che tra sconosciuti
Lo dice un nuovo studio che ha coinvolto ricercatori del Dipartimento Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell'Università di Torino e pubblicato sulla rivista Frontiers in Psichology
Il contagio dello sbadiglio è più frequente tra persone con forti legami sociali (familiari e amici) che tra sconosciuti. Un nuovo studio, che ha coinvolto ricercatori dell’Università di Torino e dell’Università di Pisa, pubblicato su Frontiers in Psychology, aiuta a chiarire cosa c’è dietro questo fenomeno.
Se lo sbadiglio spontaneo può essere un segnale di stanchezza o noia, la stessa cosa non vale per lo quello sociale, cioè lo sbadiglio che si trasmette da una persona all’altra. Era già noto da tempo che lo sbadiglio fosse più contagioso tra familiari e amici che tra sconosciuti. La ragione di questa “asimmetria sociale” non era tuttavia ben chiara. Secondo una prima ipotesi il contagio di sbadiglio potrebbe riflettere la connessione emotiva che lega due persone. Secondo un’altra ipotesi le persone, nella loro vita quotidiana, terrebbero maggiormente d’occhio, osservandole di più, i loro cari e questo aumenterebbe la probabilità di captare lo sbadiglio di un familiare e di rispondere sbadigliando. Lo studio condotto da Ivan Norscia, Anna Zanoli, Marco Gamba (Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell'Università di Torino) e da Elisabetta Palagi (Dipartimento di Biologia, Unità di Etologia dell'Università di Pisa) ha permesso finalmente di scartare la seconda ipotesi.
Attraverso una raccolta dati etologica quasi decennale sui casi di "contagio di sbadiglio", la ricerca ha evidenziato che l’asimmetria sociale resta anche quando gli sbadigli possono essere uditi, ma non visti, da altri soggetti. Questo significa che, pur rimuovendo la chiave visiva, il contagio di sbadiglio resta massimo tra familiari e amici e minimo tra sconosciuti e semplici conoscenti. Udire uno sbadiglio è quindi sufficiente a scatenare una reazione e questa reazione è diversa a seconda di chi emette lo sbadiglio (familiare o meno). È perciò evidente che l’attenzione visiva volontariamente posta su determinati soggetti piuttosto che su altri (ammesso e non concesso che tale attenzione venga sempre posta preferenzialmente su soggetti familiari) non è in grado di spiegare il fatto che i livelli di contagio di sbadiglio varino a seconda della relazione sociale che lega le persone. Il contagio di sbadiglio potrebbe quindi, in determinate circostanze, riflettere inconsciamente il legame emotivo che lega chi effettua lo sbadiglio a chi lo percepisce e, in risposta, sbadiglia a sua volta.