I reni non hanno età
Uno studio condotto dall'Università di Torino dimostra che la vecchiaia non è un ostacolo alla donazione di rene: la sopravvivenza dei pazienti e dei reni trapiantati sono simili con donatori anche sopra gli 80 anni.
L’età media si alza? Nessun problema per i trapianti di rene. Lo spiega il Professor Luigi Biancone, Ordinario di nefrologia presso l’Università di Torino e Direttore della struttura complessa di nefrologia-dialisi-trapianto rene alle Molinette e al CTO. "In un recente studio" commenta il Professore "abbiamo dimostrato che la sopravvivenza dei pazienti e dei reni trapiantati sono simili quando vengono utilizzati donatori di età di 50-59 anni o 60-69, 70-79 o anche maggiori di 80 anni".
La ricerca è stata condotta con l’analisi di 647 trapianti di rene eseguiti tra il 2003 e il 2013 presso il centro trapianti renali delle Molinette ed è stata pubblicata dalla prestigiosa rivista scientifica Clinical Journal of the American Society of Nephrology (CJASN).
“La possibilità di avere come donatori anziani, ovviamente, aumenta il numero di organi disponibili” – continua Biancone -. “Il trapianto di reni da donatori anziani a pazienti anziani è un vantaggio in termini di sopravvivenza a lungo termine rispetto alla rimanente cura in dialisi. Se gli organi sono stati accuratamente selezionati e gestiti i nostri risultati supportano l'uso di donatori anziani, anche quelli di età superiore agli 80 anni. Fondamentale è avere saputo individuare dei precisi criteri di scelta e eventualmente di scarto dei reni da trapiantare. Per tale ragione lo studio ha avuto una importante eco negli Stati Uniti dove si è alla continua ricerca di sistemi per espandere il numero dei donatori.”
La ricerca condotta interamente a Torino è stata riportata molto positivamente dal New York Times, dalla CNN americana, a testimonianza del credito che godono le istituzioni italiane all’estero.
L’impegno della ricerca nei trapianti è sempre molto attivo trattandosi di un fronte scientifico estremamente moderno con potenziali importanti ricadute sul piano sanitario, e l’Università di Torino è tra i centri più avanzati nel campo del trapianto di rene, dalle biotecnologie alla clinica.