500 giovani qualificati per la ricerca industriale in Piemonte
Presentati i dati delle politiche regionali a favore della ricerca pubblica sui temi dell'innovazione
La Regione Piemonte attua politiche di sostegno alla ricerca industriale e allo sviluppo sperimentale, incentivando le imprese locali ad assumere giovani ricercatori qualificati in attività di Ricerca & Sviluppo. Le novità delle linee di azione 2014-2020 del Piano Operativo Regionale "Ricerca e Innovazione" riguardano l’uso integrato, e non più disgiunto, dei fondi FESR e FSE, con l'obiettivo di rafforzare, da un lato, l’economia, e dall’altro, la coesione sociale.
Questa linea di azione si poggia su una già attiva collaborazione tra la Regione, l’Università, il Politecnico di Torino e l’Università del Piemonte Orientale. Ad oggi, i contratti di ricerca triennali, le stabilizzazioni del personale di ricerca, le nuove assunzioni ad hoc e i contratti di alto apprendistato hanno coinvolto circa 500 ricercatori. In particolare, i giovani ricercatori sono stati impegnati nei progetti delle piattaforme regionali Salute e Benessere e Fabbrica Intelligente, oltre che nelle iniziative dei poli di innovazione piemontesi.
Giuseppina de Santis, assessora alle Attività Produttive e al Lavoro, ha sottolineato come le misure intraprese generino "processi virtuosi in grado di creare tangibili opportunità di innovazione verso le imprese e concrete opportunità di lavoro”. Rispetto alla forma dell’alto apprendistato, che ha permesso l’assunzione di 330 giovani ricercatori a tempo indeterminato, l’assessora Gianna Pentenero ha dichiarato: “Finanziato dal Fondo Sociale Europeo con una dotazione di 5 milioni e mezzo di euro fino al 2020, l’alto apprendistato offre ai giovani un’importante opportunità di imparare, associando la formazione universitaria all’apprendimento in impresa”.
Dal punto di vista accademico, il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, ha sottolineato come “radicare nel territorio un migliaio di laureati” aiuti il dialogo tra “formazione e ricerca, che vanno a convergere e riescono a ottenere quello che serve alla nostra industria locale, ovvero la necessità di innovarsi”. L’importanza di non agire come attori separati è stata sottolineata dal Rettore dell'Università del Piemonte Orientale, Cesare Emanuel: “Per raggiungere questi risultati, gli atenei devono anche dialogare tra loro, attuando così concretamente il principio del sistema universitario piemontese”. Si stima che il dato dei 500 ricercatori finora coinvolti dalle misure della Regione possa raddoppiare entro la chiusura della programmazione (2014-2020).