I cambiamenti climatici raccontati da ragni, uccelli alpini e grotte
I ricercatori dell’Università di Torino studiano il comportamento di artropodi sotterranei e i mutamenti delle grotte per capire il riscaldamento globale
In oltre 2 miliardi di anni le stromatoliti, strutture sedimentarie in acque poco profonde, hanno modificato la composizione dell’atmosfera terrestre determinando condizioni idonee per lo sviluppo della vita. In poco più di 200 anni l'essere umano sta sconvolgendo il clima del pianeta emettendo in atmosfera quantità enormi di anidride carbonica.
Ma sono gli organismi a modificare il clima o è il clima che plasma la vita sul nostro pianeta? La risposta a questa domanda arriva da ragni, uccelli alpini e grotte, o piuttosto dai ricercatori dell’Università di Torino che ne studiano comportamenti e trasformazioni per capire i cambiamenti climatici.
Sono Marco Isaia, uno dei pochi aracnologi italiani attivi in ambito scientifico internazionale, che utilizza i ragni come modello di studio per il cambiamento climatico, Giovanni Badino, speleologo che ha sviluppato i concetti teorici alla base dell’utilizzo delle grotte come indicatori climatici del riscaldamento globale, e Dan Chamberlain, ricercatore in Ecologia che studia gli impatti del cambiamento climatico sugli uccelli alpini.
E spiegano che nonostante le grandi potenzialità, l’utilizzo delle grotte come indicatore climatico ha ricevuto poca attenzione in campo scientifico, così come gli ecosistemi sotterranei: in particolare, data la loro scarsa tolleranza alle variazioni termiche, gli artropodi sotterranei rappresentano eccellenti modelli per questo tipo di studi.
“L’incapacità di adattarsi a condizioni variabili come quelle che caratterizzano gli ecosistemi superficiali, il rallentamento del metabolismo e le limitate capacità di movimento e dispersione rendono questi animali degli intriganti organismi “sentinella” del riscaldamento globale - racconta Marco Isaia -. Nell’ambito delle mie ricerche sugli ecosistemi sotterranei abbiamo dimostrato come per diverse specie di ragni sotterranei l’innalzamento globale delle temperature ne aumenti significativamente il rischio di estinzione. Dinamiche simili a quelle osservate per i ragni sotterranei sono state osservate in specie di alta montagna, recentemente iscritte ufficialmente nella lista rossa delle specie protette a livello globale”.
Le specie e gli ecosistemi hanno una profonda influenza sul clima, fino a determinarne mutamenti drastici. A sua volta il clima incide profondamente su tutte le componenti dell’ecosistema, sia quelle fisiche - la disponibilità di acqua, la temperatura, le precipitazioni e i regimi climatici - sia quelle biologiche, come la fisiologia e il comportamento degli organismi, il tasso di crescita delle popolazioni, la competizione tra le specie, le comunità biologiche e il ciclo dei nutrienti.
Vuoi saperne di più? Incontra i tre ricercatori di Unito martedì 14 febbraio alla non-conferenza "L’interazione tra clima e organismi dal fondo delle grotte alla cima delle montagne"!