Gli effetti positivi dell'intelligenza artificiale. Parte il progetto AI4EI per studiare le conseguenze dell’IA sull’integrazione europea
Presentato nell'Aula Magna della Cavallerizza il progetto Artificial Intelligence for European Integration che avvierà un’attività di dibattito e confronto riguardo l’impatto dell’intelligenza artificiale nell'integrazione europea.
Il 6 ottobre 2020, nell'Aula Magna della Cavallerizza Reale si è svolta la presentazione del progetto AI4EI – Artificial Intelligence for European Integration, sviluppato dal Centro di Eccellenza Jean Monnet del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino.
AI4EI ha l’obiettivo di sviluppare una nuova e originale linea di studio sull’integrazione e i modelli di governance Europea, focalizzandosi sull’Intelligenza artificiale. È stato realizzato da un gruppo multidisciplinare di esperti allo scopo di coordinare una ricerca e avviare un’attività di dibattito e confronto riguardo l’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sull’integrazione europea (EI), volgendone le conseguenze in chiave positiva.
"Il progetto del centro di eccellenza Jean Monnet - ha spiegato il Prof. Umberto Morelli, coordinatore di AI4EI - vuole studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla vita sociale e come questa può favorire il processo di integrazione europea. Condurremo attività di ricerca a proposito delle ricadute e dell’impatto dell’intelligenza artificiale non solo sulla vita quotidiana, ma anche sui diritti, l’etica e la cultura. Promuoveremo attività di formazione dell’opinione pubblica, provando ad avvicinare le persone alla tecnologia, per superare la tecnofobia verso queste nuove tecnologie. Cercheremo soprattutto di capire se l’intelligenza artificiale aumenta o diminuisce le disuguaglianze sociali e quali provvedimenti sullo sviluppo degli algoritmi si possono prendere per generare effetti positivi".
L'IA ha già ora un forte impatto sul modo con cui vengono prese decisioni pubbliche e private e in futuro il processo decisionale e i cambiamenti politici saranno sempre più influenzati da set di dati e algoritmi. Uno degli obiettivi del progetto sarà riflettere su limiti e opportunità di questa realtà nel campo dei diritti umani e nella vita quotidiana, valutando ad esempio l’impatto del cosiddetto "pregiudizio algoritmico" che si verifica quando un sistema informatico riflette e perpetua gli stereotipi anche inconsci di coloro che creano gli algoritmi e cercando di limitarne l’iniquità.
Secondo la Prof.ssa Marinella Belluati, "l'intelligenza artificiale è un’espansione delle possibilità di rappresentazione delle diversità. Però come tutti gli spazi sociali, politici ed etici, questo nuovo mondo digitale è stato colonizzato da quella che già Gramsci chiamava l’ideologia dominante e si finisce per riprodurla. L’importanza che l’intelligenza artificiale potrebbe avere per le minoranze è grande, ma esiste la questione del controllo del potere all'interno di questi nuovi spazi, che tende a replicare ed affermare alcuni valori dominanti e ad escluderne altri. Inizialmente c’è stato un sostanziale ottimismo riguardo l’intelligenza artificiale. Tutti erano galvanizzati dalle nuove opportunità che la digitalizzazione offriva, vista come motore di emancipazione. L’accelerazione del processo non ha però avuto corrispondenza nel mondo della ricerca, tra le istituzioni pubbliche e nella riflessione politica. Si è prodotto così un effetto di distorsione e adesso si sta recuperando terreno, ma è necessaria una problematizzazione del tema. La libertà assoluta in questo campo ha infatti mostrato che ci sono dei player che si affermano e possono controllare in forma quasi monopolistica questo spazio e i suoi effetti."
Gli effetti dell’IA stanno cambiando anche il mondo del diritto, chiamato a evolversi in modo da tracciare un quadro giuridico di riferimento entro il quale giudicare le decisioni prese dalle IA e sviluppare sistemi che possono portare opportunità di crescita del benessere individuale e collettivo e contributi pratici al ruolo del giurista.
L'IA è destinata a rivoluzionare anche la guerra. Nella guerra cibernetica il giudizio umano è sostituito dall’automatismo delle macchine, più efficienti. Ma quali problemi etici, legali, politici può generare questa realtà? AI4EI procederà su tre fronti: esaminare come l’IA potrebbe minare i valori che ispirano l’UE; definire un comune sistema europeo di regole di cyberdefence, studiando l’impatto positivo che l’IA potrebbe avere nel far confluire gli interessi militari dei diversi paesi europei e rafforzare l’integrazione europea nel settore della difesa.
Per questo è fondamentale un approccio multidisciplinare, che al momento manca, per studiare le possibili implicazioni sociopolitiche dell’impatto dell’IA sull’integrazione europea e come strumento di inclusione. Il Centro AI4EI intende realizzare questi obiettivi attraverso varie attività e un ampio network di collaboratori, anche con altre Università e centri di ricerca nazionali e internazionali, coordinando le ricerche e creando attività e dibattuti che includano ricercatori, studenti, e grandi sezioni della società civile.
"Sappiamo che l’Unione Europea è molto interessata all’intelligenza artificiale - ha concluso Morelli - e sta prendendo alcuni provvedimenti in merito. Cercheremo anche di dare una mano in questo senso".