ERC, tre ricercatrici di UniTo vincono i Consolidator Grant: a ciascun progetto quasi 2 milioni di euro per i prossimi 5 anni
Un’archeologa biomolecolare, una storica dell’Africa e una fisica sperimentale si aggiudicano il finanziamento dello European Research Council
Oggi, giovedì 23 novembre 2023, lo European Research Council (ERC), l’organismo dell’Unione Europea che finanzia ricercatrici e ricercatori di eccellenza di qualsiasi età e nazionalità che intendono svolgere attività di ricerca negli Stati membri dell’UE o nei Paesi associati, ha pubblicato la lista dei progetti vincitori dei Consolidator Grant, riservato a singoli studiosi che vantano tra i 7 e i 12 anni di esperienza maturata dopo il conseguimento del dottorato.
I Consolidator Grant garantiscono un finanziamento fino a 2 milioni di euro per 5 anni. Tra i 308 progetti selezionati, su 2.130 proposte, figurano quelli di tre ricercatrici dell’Università di Torino: Beatrice Demarchi (Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi), Valentina Fusari (Dipartimento di Studi Storici) e Valentina Sola (Dipartimento di Fisica). Sale così a 30 il numero di ERC Grant vinti nella storia da ricercatori e ricercatrici dell'Università di Torino, suddivisi per le seguenti categorie: 13 Starting, 12 Consolidator, 3 Advanced e 2 Synergy.
Si tratta di un risultato particolarmente rilevante per UniTo che, per la prima volta, vede tre delle sue ricercatrici aggiudicarsi altrettanti ERC Consolidator in un'unica call. Tutte e tre le vincitrici hanno seguito il percorso di supporto e formazione offerto da BRAIN Unito - ERC Lab, volto ad accompagnare le candidate nella preparazione e nella presentazione delle proposta progettuali da sottoporre alla Commissione Europea, dimostrando l'efficacia del progetto nel coltivare i talenti della ricerca in Ateneo.
Beatrice Demarchi si è specializzata in archeologia biomolecolare nel Regno Unito, per poi rientrare a Torino grazie a una fellowship “Rita Levi Montalcini” nel 2017. Dirige il laboratorio “ArchaeOBiomics” al Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi e, con il suo gruppo di ricerca, si dedica alla sperimentazione cross-disciplinare tra archeologia, storia e scienze naturali.Con il progetto AviArch - Avifauna in archaeoecological networks, finanziato con 2 milioni di euro, Demarchi mira a tracciare la storia delle relazioni tra comunità umane e ambiente, fino alle origini dei cambiamenti che viviamo oggi. AviArch integrerà metodologie archeozoologiche, biomolecolari e digitali (A.I.) per ricostruire il rapporto tra esseri umani e la fauna nel Mediterraneo orientale, tra il Paleolitico finale e l’Età del Bronzo.
"Sono profondamente onorata per questo riconoscimento, che mi consentirà, insieme allo straordinario team di colleghe e colleghi con cui ho la fortuna di lavorare, di realizzare una visione transdisciplinare ed aperta della ricerca. AviArch intende sviluppare una nuova prospettiva multi-specie che consentirà di illuminare momenti di transizione fondamentali nella storia umana, quali gli albori dell’agricoltura e della globalizzazione.”, dichiara Beatrice Demarchi.
Valentina Fusari, storica dell'Africa con un profilo interdisciplinare che intreccia storia, antropologia e studi di popolazione, si occupa di demografia coloniale e storia del lavoro produttivo e riproduttivo femminile nel Corno d’Africa, dove ha condotto lunghi periodi di ricerca e insegnamento.
Il suo progetto REDMIX - Unpacking Mixedness for an Inclusive History of the Red Sea, 1800s-2000s, finanziato con 1,8 milioni di euro, si propone di indagare la storia socioculturale delle persone con ascendenza mista nell’area del Mar Rosso, riesaminando la storia della regione dalla loro prospettiva. Il Mar Rosso, infatti, è uno spazio privilegiato per esplorare - attraverso la comparazione e la microstoria globale - il ruolo chiave giocato dalla mixedness nel plasmare la complessa storia della regione e le traiettorie individuali e collettive, considerando gli aspetti di genere e generazione, così come gli ambiti sociali e professionali.
"REDMIX grazie a un team dedicato intende creare un archivio digitale per contribuire a una storia maggiormente inclusiva del Mar Rosso, attraverso fonti di diversa natura e il diretto coinvolgimento di cittadine e cittadini di ascendenza mista appartenenti alla regione. In questo modo, mira anche a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persistenza di linee divisive nelle società odierne e sull'urgenza di contrastare stereotipi e daltonismo razziale", aggiunge Valentina Fusari.
Valentina Sola è una fisica sperimentale che studia le particelle elementari e le loro interazioni per mezzo degli acceleratori. Ha condotto analisi di dati di eventi generati da urti tra elettroni e protoni all’acceleratore HERA (DESY), rivelati dall’esperimento ZEUS, e al Large Hadron Collider (CERN) con l’esperimento CMS.
Il suo progetto CompleX – Doping Compensation in Thin Silicon Sensors: the pathway to Extreme Radiation Environments, finanziato con 1,8 milioni di euro, estenderà il funzionamento dei sensori al silicio in ambienti con livelli di radiazione estremi mediante l’utilizzo di un disegno innovativo. Un progetto che permetterà di tracciare le particelle cariche in 4 dimensioni (spazio e tempo) con grandissima precisione ai futuri acceleratori di particelle, dove il numero di radiazione attesa supererà di oltre 100 volte il limite massimo tollerabile dai sensori attualmente disponibili, rendendo possibile la ricerca di segnali di nuova fisica ai collisori del futuro.
“CompleX estenderà la conoscenza degli effetti della radiazione nei sensori al silicio e permetterà di realizzare una nuova generazione di rivelatori di particelle. Questo risultato rappresenta un successo di squadra e valorizza le eccellenze che partecipano al progetto e che saranno cruciali per la sua riuscita. Oggi inizia un percorso che ci permetterà di spostare l'orizzonte della nostra attuale conoscenza sui rivelatori al silicio e aprirà nuove prospettive tecnologiche per la ricerca di base agli acceleratori di particelle”, conclude Valentina Sola.