Canova: "Ecco perché il cinema e l’audiovisivo sono un patrimonio inestimabile"
Intervista allo storico del cinema e Rettore Iulm, tra gli ospiti dell’evento “Musei dell’audiovisivo e cinema in mostra” organizzato nell’Aula Magna della Cavallerizza in occasione della Giornata mondiale per il Patrimonio audiovisivo
Nel suo ormai lungo cammino il cinema è diventato un patrimonio fondamentale della nostra storia e del nostro immaginario. Per salvaguardarne la conservazione e favorirne la trasmissione alle nuove generazioni, l’Unesco ha proclamato nel 2005 la Giornata mondiale per il Patrimonio audiovisivo (World Day for Audiovisual Heritage), che si svolge ogni 27 ottobre.
Per l’occasione, quest’anno la Consulta Universitaria del Cinema (CUC) organizza l’evento “Musei dell’audiovisivo e cinema in mostra”, promosso in collaborazione con Università di Torino-UniVerso e il Museo Nazionale del Cinema. Si tratta del primo appuntamento del ciclo sul tema “Il patrimonio audiovisivo: forme di esposizione, archivi e valorizzazione” e si tiene nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale di UniTo.
“Il 27 ottobre è una data importante, soprattutto in un Paese come il nostro ancora lontano dal riconoscere l’audiovisivo come patrimonio. È acquisito che lo siano l’arte, l’architettura, la letteratura, il teatro, ma per quanto riguarda il cinema e l’audiovisivo siamo ancora indietro. Siamo l’unico Paese in tutta l’Unione Europea che non li prevede nei curricula scolastici. Costituiscono, invece, un patrimonio che non va solo protetto e tutelato ma comunicato, diffuso e portato a conoscenza delle nuove generazioni”, sottolinea il prof. Gianni Canova, storico del cinema e Rettore dell’Università Iulm, uno dei relatori del convegno, con cui abbiamo fatto il punto sul valore della Giornata mondiale.
L’evento di Torino si interroga sul ruolo e sulla funzione degli spazi museali per le immagini in movimento. “Gli audiovisivi - spiega Canova - sono artefatti dinamici pensati per una fruizione statica, un museo esige una fruizione dinamica. Bisogna allora trovare il modo di riuscire a proporre fruizioni dinamiche di artefatti audiovisivi nati per fruizioni statiche. I musei del cinema non devono essere sacrari, bensì dispositivi capaci di dialogare con il presente e di rendere attuale ciò che è solo apparentemente passato”.
Pregiudizi e conservatorismi intellettuali hanno ostacolato il riconoscimento del cinema e degli audiovisivi come patrimonio culturale in Italia. Per superare questi tabù, secondo Canova, “c’è ancora da fare una parte importante di percorso nella consapevolezza che il problema che hanno cinema e audiovisivi in Italia è opposto a quello che ha avuto la letteratura italiana, che nasce di élite e ha avuto il problema di diventare popolare”.