È un lavoro per donne? Stereotipi di genere nella formazione e nell’occupazione
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, un convegno organizzato dai Comitati Unici di Garanzia di Università e Politecnico insieme al CIRSDe
Ancora oggi persistono stereotipi che individuano ambiti occupazionali per donne, precludendone loro altri, senza tener conto delle reali aspirazioni ed attitudini individuali. Un problema che sembra essere presente in molti ambiti lavorativi e su cui è ancora necessario riflettere per trovare soluzioni di parità reale e concreta.
Di questo si è discusso al Campus Luigi Einaudi in occasione della giornata internazionale della Donna, in un convegno in cui sono intervenuti la Prorettrice Elisabetta Barberis, la Direttrice Generale Loredana Segreto e gli assessori Monica Cerutti e Marco Giusta. Non solo esperienze di vita raccontate in prima persona dalle relatrici e dai relatori invitati al tavolo, ma anche riflessioni di carattere socio-economico: dall’accesso delle donne a posizioni lavorative apicali, al tema del differenziale salariale tra uomini e donne, fino alla conciliazione tra lavoro e famiglia. Conciliazione che non è da intendersi come prerogativa femminile, ma che dovrebbe essere invece un’opportunità anche per gli uomini.
“Un convegno rivolto a un pubblico ampio, nell’idea che sia importante accompagnare una riflessione che possa portare le persone a prendere decisioni, a fare scelte e ad attuare comportamenti oltre gli stereotipi” secondo la Presidente del CUG (Comitato Unico di Garanzia) dell’Università di Torino, Chiara Ghislieri che ha sottolineato come ancora oggi gli stereotipi "tendono ad individuare ambiti occupazionali solo per donne".
“Rispetto al tema del gap salariale, entrano in gioco diversi fattori, tra cui: il numero di ore lavorate, il settore di occupazione, la tipologia di istruzione” commenta l’economista Maria Laura Di Tommaso. “Anche tenendo conto di tutte queste caratteristiche" continua Di Tommaso "permane però un differenziale salariale che non riesce ad essere spiegato. Il divario tra uomini e donne, quindi, dipende ancora dalla discriminazione”.
Discriminazione tangibile nell’espressione, riportata più volte negli interventi della mattinata di lavori, “soffitto di cristallo”, che indica la difficoltà delle donne ad accedere alle posizioni apicali e che dipende principalmente dalle modalità di organizzazione del lavoro. Questo tema non solleva soltanto un problema legato all’equità e alla giustizia, ma anche all’efficienza. Stando a quanto sottolineato da Di Tommaso, l’economia italiana perderebbe quasi il 5% del PIL dal mancato uso delle risorse messe in campo dalle donne.