Dall'Università di Torino arrivano i pomodori che risparmiano acqua e fertilizzanti
Un progetto di ricerca guidato dall’Università di Torino che raccoglie ricercatori, tecnici e agricoltori di tutta Europa per mettere a punto sistemi di coltivazione del pomodoro rispettosi dell’ambiente e meno impattanti sulle risorse naturali
La coltivazione di frutti e ortaggi richiede tanta acqua e tanto fertilizzante, ma la prima scarseggia, anche complice il cambiamento climatico, mentre il secondo si può produrre, ma con grande dispendio di energia, spesso non rinnovabile. Ma un’alternativa esiste: si può fare molto per produrre alimenti sani con tecniche sostenibili che riducano il consumo di risorse limitate e costose. Sviluppare queste tecniche richiede ricerca, e l’Università di Torino ha l’ambizione di contribuire attraverso un progetto di ricerca europeo che punta a ottenere pomodori che consumino meno acqua e meno fertilizzanti.
Il progetto si chiama TOMRES (A Novel And Integrated Approach To Increase Multiple And Combined Stress Tolerance In Plants Using Tomato As A Model), è coordinato dal Prof. Andrea Schubert del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, e vede la collaborazione di 25 partner di tutta Europa. Sono aziende agricole, industrie, università, centri di ricerca da Spagna, Francia, Grecia, Gran Bretagna, Belgio, Germania, Slovenia, Romania, Grecia e Israele, oltre naturalmente al nostro Paese, che collaborano in un poderoso sforzo di ricerca finanziato nell'ambito del selettivo programma Horizon 2020 per un importo di 6 milioni di euro.
“L’obiettivo del progetto – spiega il Prof. Andrea Schubert – è quello di produrre pomodori, ma anche tecniche, soprattutto, che rendano più sostenibile la coltivazione di questa pianta. Avere pomodori che impattino meno sull'ambiente e che siano più sostenibili anche per il consumatore.”
Il progetto inizia il primo giugno e durerà tre anni e mezzo.
Le azioni previste spaziano dalla selezione di varietà resistenti, allo studio dei processi fisiologici e molecolari alla base della resistenza, alla messa a punto di tecniche agronomiche e di precisione nella coltura del pomodoro in campo e in serra. I risultati saranno raccolti in applicativi gestibili da PC o smartphone in grado di orientare le scelte degli agricoltori, e in informazioni ai cittadini sulla possibilità di scegliere pomodori coltivati in modo sostenibile per un consumo consapevole.
La ricerca sarà strettamente legata all’applicazione, come richiede il programma Horizon 2020: verrà applicato infatti il “multi-actor approach” che raccoglierà contributi da tutti gli attori della filiera, dai produttori ai consumatori, per ottimizzare i risultati de progetto. E per chi preferisce la pasta in bianco senza salsa? Il pomodoro è un’ottima specie modello e i risultati di TOMRES saranno trasferibili a molte altre colture, non solamente da frutto.