A Collegno il Campus della Formazione
Nuovo tassello dell'Asse Universitario Collegno-Grugliasco
Il Rettore dell'Università di Torino Stefano Geuna, il Sindaco di Collegno Francesco Casciano, il Sindaco di Grugliasco Emanuele Gaito, il Vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo e il Direttore ASL TO3 Franca dell’Occo hanno inaugurato le nuove aule universitarie nei laboratori “Arti e Mestieri” della Certosa che completano il trasferimento del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell’
Il nuovo lotto di investimento di oltre 4 milioni di euro, completa i lavori della sede che già nel 2018 hanno portato a Collegno i primi 200 studenti iscritti al primo anno. I nuovi spazi, che ampliano il complesso universitario con 3 aule grandi da 200 posti, 10 aule laboratorio da 35 posti - dotate delle migliori dotazioni informatiche - e 2 aule studio, permettono di attivare definitivamente tutti i cinque anni del corso di Laurea presso la sede di Collegno, ospitando quindi oltre 1000 studenti a cui si aggiungono i 750 della sede di Savigliano e 200 docenti.
“Questo ampliamento - dichiara il Rettore Stefano Geuna - rappresenta un ulteriore passo avanti dello sviluppo strategico dell’Ateneo nel territorio metropolitano, in particolare sull’asse di Torino ovest a Collegno e Grugliasco. È realtà ormai concreta il progetto di una università multicentrica, che insedia le sue migliori risorse nelle aree a maggiore opportunità di sviluppo ponendosi come epicentro di trasformazioni urbanistiche, infrastrutturali, socio-economiche e culturali.
Le nuove aule, infatti, hanno permesso di trasferire tutto il Corso di Scienze della Formazione, andando così a creare un vero e proprio Campus della formazione. Ogni campus universitario, ormai è chiaro, diventa volano per l’attivazione di processi molto positivi per i territori.
Il Corso che trova sede a Collegno si caratterizza per un’elevata attenzione al rapporto fra didattica e discipline di studio e promuove nuovi approcci legati soprattutto ai temi dello sviluppo sostenibile e dell'outdoor education.
La Certosa di Collegno è un luogo dalle grandi potenzialità per tutte le attività universitarie. Stiamo perciò già al lavoro per progettare nuovi interventi utili a creare spazi per la ricerca, la didattica innovativa e la formazione dei docenti della scuola primaria”.
“Abbiamo colto - aggiunge il Sindaco di Collegno Francesco Casciano - l'opportunità dei fondi del Progetto Periferie per fare un altro passo verso la rigenerazione del patrimonio dell'ex ospedale psichiatrico, un prezioso rammendo urbano che è anche restauro dei Laboratori Arti e Mestieri pregevole edificio del lavoro di inizio '900. Continua l'insediamento universitario tra Collegno e Grugliasco che diffonde l'alta formazione nella cintura torinese dando forza e spazi comodi e fruibili all'Ateneo e alla dimensione metropolitana di Torino. Un virtuoso disegno di territorio che dobbiamo continuare nel segno di uno sviluppo di ecosistema metropolitano generativo e innovativo per rilanciare i territori e il Piemonte.
CENNI STORICI La Certosa Reale di Collegno nacque come monastero nella città di Collegno, commissionata nel 1641 da Cristina di Francia, reggente di Savoia, sul modello architettonico della Grande Chartreuse di Grenoble (Francia) dove fece voto solenne di erigere una certosa presso Torino. Nel 1641 Madama Reale, acquistò un palazzo che era stato fatto costruire nel 1614 da Bernardino Data, amministratore ed aiutante di Camera del Duca di Savoia Carlo Emanuele I. Successivamente Madama Reale, per tenere fede al proprio voto acquistò altri terreni ed edifici adiacenti, prati e boschi, per completare l'area su cui sarebbe sorta la Certosa.
La Certosa è sede dei monaci certosini per oltre 200 anni. In questo arco temporale il complesso monastico si arricchisce man mano di opere architettoniche e artistiche. Qui lavorano l'ingegnere Maurizio Valperga allora Primo Ingegnere del monarca, chiamato a progettare il complesso, e Filippo Juvarra, progettista dell'ampliamento settecentesco e del portale di ingresso, ultimato nel 1737 per volere di re Carlo Emanuele III. Il lavoro del Valperga non fu portato a termine, ma il progetto è visibile nell'incisione del Theatrum Statuum Regiae Celsitudinis Sabaudiae del 1682 conservato presso l'Archivio di Stato di Torino. Fanno parte di questo primo complesso storico la Chiesa Santissima Annunziata, le Tombe dei Cavalieri della Santissima Annunziata e l'Aula Hospitalis e i chiostri. Nel 1856, sancita l’occupazione della Certosa da parte del Regio Manicomio di Torino, il progetto dell’ingegner Ferrante elabora un intervento che rende possibile il riutilizzo dei fabbricati esistenti e lo sviluppo organico degli ampliamenti.
Tra il 1856 e il 1900 vengono così edificati i padiglioni dispari - posti a nord, mentre a partire dal 1870 prendono avvio i cantieri dei padiglioni pari, su progetto dell’architetto Fenoglio.
Il manufatto degli ex-Laboratori costituisce un esempio significativo di “archeologia industriale” e costituisce una preziosa testimonianza della cultura architettonica e delle tecnologie costruttive di quella fase storica del nostro paese. L’ edificio è situato all’ estremità nord-ovest del complesso della Certosa e, per tutto il fronte sud, si affaccia sulla viabilità interna di collegamento tra via Martiri XXX Aprile (ad ovest) e Corso Pastrengo (ad est) mentre a nord prospetta sul Parco. Si sviluppa su un solo livello per una superficie complessiva di mq. 3.000.
Gli edifici dei Laboratori sono stati progettati e realizzati in due fasi. Gli edifici che compongono il corpo principale sono stati costruiti tra il 1920 e il 1925. L’edificio posto a sud, staccato dal corpo principale, che ospitava gli “Edili”, è stato costruito in un secondo tempo presumibilmente nei primi anni cinquanta. L’impianto architettonico è basato su una maglia modulare formata da rettangoli di metri 4,50x10,00. L’edificio principale è costituito da due blocchi affiancati, ciascuno costituito da 14 moduli 4,50x10,00. Ciascuno dei due blocchi presenta una corte interna rivolta a nord delimitata da recinzione in muratura. L’impianto rigorosamente modulare era aperto a future espansioni in relazioni alle esigenze delle attività artigianali e manifatturiere dei ricoverati come si intuisce dalla realizzazione dell’edificio ad est per la costruzione del quale è stato mantenuto l’impianto architettonico della maglia modulare con le stesse dimensioni.