Al via Black History Month, un mese dedicato alla storia e alla cultura afrodiscendente
In programma tanti eventi - mostre, convegni, proiezioni, workshop, incontri e concerti - organizzati anche con la collaborazione dell'Università di Torino
Dal 1 al 26 febbraio si svolgerà la seconda edizione Black History Month Torino, rassegna dedicata alla storia e alla cultura afrodiscendente che coinvolgerà i luoghi storici della città e ha in calendario molte attività a tema: dal cinema alla cucina, dal teatro all’arte. Il BHM, dopo la grande partecipazione che ha caratterizzato la prima edizione, torna in una nuova veste e con tre nuove tematiche centrali: identità, afro-arte ed empowerment. Alla base c'è la voglia di rendere Torino nuovamente partecipe di un evento importante non solo per la multiculturalità che la contraddistingue ma anche in quanto stimolo per ideare, costruire, e rafforzare le politiche rivolte alle minoranze etniche, alle comunità diasporiche, ai ragazz* afrodiscendenti e alle scuole e alle università che sono, di questa multiculturalità, il maggiore esempio.
In programma ci sono numerosi eventi lungo quattro settimane ricche di cultura: incontri con autrici e autori, proiezioni di film, mostre, workshop, attività per le scuole, cene etniche, convegni, concerti con la partecipazione di artisti internazionali.
Questa edizione, promossa dall’Associazione Donne Africa Subsahariana e II Generazione (ADASS), è realizzata con il contributo della Fondazione Compagnia San Paolo, patrocinata da Città di Torino, in collaborazione con l’associazione Zonafranca, ass. Tamra, Snobiety, Black History Month Firenze e Black History Month Bologna. Vedrà la partecipazione, tra gli altri, del Museo Nazionale del Cinema, Musei Reali Torino, Polo del 900, Museo di Antropologia e Etnografia (MAET) del Sistema Museale di Ateneo di Torino, Università degli studi di Torino, Dipartimento Culture Politica e Società (CPS) dell’Università degli Studi di Torino, Gruppo Abele. La Prof.ssa Cecilia Pennacini, docente di Etnologia e Antropologia Visiva a CPS e direttrice del MAET, sottolinea: "UniTo con il suo Museo di Antropologia e Etnografia ha contribuito in molti modi al BHM, a partire dalla mostra fotografica a Palazzo Madama 'Congo Italia. Ripensare il passato' che viene inaugurata il 2 febbraio".
L’identità è un argomento complesso, caratterizzato da mille sfaccettature che ne accentuano spesso la difficoltà di lettura, ma che al contempo la rendono fonte di stimolo, di conoscenza reciproca, di approfondimento e discussione. Il modo in cui BHM intende affrontare l’identità dei corpi neri e delle nuove generazioni è intrinsecamente legato alla rievocazione, alla rilettura e alla riscoperta delle radici coloniali e di come queste abbiano plasmato la narrativa per secoli. Cosa ha lasciato il colonialismo? Quali sono i suoi effetti sui corpi razzializzati e come affrontare questo discorso in un modo che sia il più possibile protettivo nei confronti di chi, tutt’oggi, vede la sua identità utilizzata come criterio di esclusione?
L’identità si può esprimere in diversi modi e l'arte africana, frutto della diaspora e del melting pot, è uno dei temi principali di questa edizione. Dalla cura del corpo a quella dei capelli, dalla scrittura alla poesia. Altri temi fulcro dell’edizione saranno l’empowerment e le parole. L’empowerment femminile, in particolare delle donne africane, è il perno centrale di un reale progresso del continente africano, della storia che le diaspore scrivono in Italia e Torino e di una storia che venga narrata dai diretti interessati. Le parole non sono quindi elemento sterile, ma strumento in grado di trasmettere significati, simboli e stereotipi ed è proprio da queste che diventa necessario partire per una riflessione che sia profonda e accurata.