Bandi di ricerca europei, UniTo si conferma al top in Italia per attrattività
Quattro ricercatrici e quattro ricercatori vincitori delle borse di studio post-dottorato Marie Skłodowska-Curie (MSCA) scelgono l’Ateneo torinese per sviluppare i loro progetti
La Commissione Europea ha annunciato i risultati dell’ultimo bando per borse di studio post-dottorato Marie Sklodowska-Curie (MSCA Postdoctoral Fellowship), il programma della Commissione Europea che finanzia annualmente i progetti delle ricercatrici e dei ricercatori più promettenti in tutte le discipline scientifiche per valorizzarne il potenziale creativo e innovativo attraverso la formazione avanzata e la mobilità internazionale, intersettoriale e interdisciplinare.
Quest’anno la comunità UniTo si arricchisce di 8 nuovi fellows MSCA: quattro ricercatrici e quattro ricercatori vincitori di fellowship MSCA svilupperanno il proprio progetto scientifico all’Università di Torino grazie al prestigioso grant individuale, per un valore complessivo di oltre 1 milione e mezzo di euro. L’Ateneo torinese si attesta così tra i più attrattivi in Italia, con un indice di successo (success-rate) superiore alla media europea (26,5% rispetto al 15,80% dell’area UE) e un totale di 23 MSCA-PF vinte finora nell’ambito del programma Horizon Europe per la ricerca e l’innovazione.
Quello di UniTo è un risultato particolarmente rilevante che conferma il trend positivo degli ultimi anni ottenuto grazie al programma di eccellenza BRAIN UniTo, il primo Talent Attraction Programme dell’Università di Torino concepito per coltivare i migliori talenti della ricerca in Ateneo e attrarne di nuovi puntando sull’eccellenza come fattore chiave per potenziare la capacità di UniTo di produrre conoscenza ad alto impatto, generando cambiamento economico, sociale e culturale. Lanciato nel 2022 il programma, che offre due percorsi distinti per MSCA-PF e grant ERC, è ai blocchi di partenza con la terza edizione per la preparazione dei progetti 2024.
Le vincitrici e i vincitori MSCA-PF @UniTo
Silvia Gianoglio, ricercatrice in Biotecnologie Vegetali del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), ha conseguito un dottorato in Genetica Agraria all’Università di Torino, dedicandosi al miglioramento di piante coltivate attraverso l’uso di nuove tecniche genomiche. Con il progetto StrigoSense – A versatile biosensor of strigolactone responses in plants ha l’obiettivo di costruire un biosensore per seguire nelle piante, a livello sistemico e sub-cellulare, l’attivazione delle risposte agli strigolattoni. Questi ormoni vegetali sono cruciali, oltre che per lo sviluppo, anche per le interazioni della pianta con l’ambiente circostante, in particolare in condizioni di stress idrico e salino. Lo studio di queste risposte può aiutarci a sviluppare trattamenti che proteggano le piante coltivate dagli stress ambientali.
Iván Sciscenko, ricercatore in fotochimica e trattamento delle acque, dal 2022 sta svolgendo la sua attività di ricerca al Dipartimento di Chimica UniTo. Con il progetto HERO4PFAS si concentrerà sull'uso di semiconduttori privi di metalli ad ampio intervallo di banda in grado di fotoprodurre elettroni idrati sotto la luce ultravioletta per eliminare i cosiddetti "prodotti chimici per sempre", i PFAS, dall'acqua. Lo sviluppo di un materiale economico in grado di pompare gli elettroni nell'acqua inquinata sarà la sfida principale del progetto. I risultati ottenuti saranno promettenti anche per altri campi rilevanti, come la fotosintesi artificiale o la produzione di idrogeno.
Simona Dobiasová è una ricercatrice in biochimica specializzata nella sperimentazione di nuovi composti con il potenziale di modulare la resistenza ai farmaci nelle cellule tumorali. Al Dipartimento di Oncologia condurrà il progetto GBM4EPI - Development of glioblastoma and blood-tumour barrier models for investigating the combination therapy of anticancer agents and efflux pump inhibitors, dedicato al glioblastoma, un tumore cerebrale maligno tra i più comuni. Il suo trattamento è impegnativo a causa della presenza di una barriera emato-encefalica/tumorale con proteine di efflusso che regolano l'accesso dei farmaci antitumorali nel cervello. L'obiettivo del progetto è sviluppare modelli adeguati a studiare la combinazione di farmaci antitumorali e inibitori della proteina di efflusso, al fine di aumentare l'efficacia della terapia, per ampliare le opzioni di trattamento per i pazienti oncologici e aumentare le loro possibilità di sopravvivenza.
Tommaso Giani ha studiato fisica all'Università di Milano, dove ho conseguito il master nel 2017, prima di trasferirsi a Edimburgo e ad Amsterdam per lavorare come ricercatore. Interessato allo studio della struttura del protone, la cui conoscenza è codificata nelle cosiddette funzioni di distribuzione dei partoni, condurrà il progetto Bayhadron - Bayesian tools for one-dimensional and three-dimesional hadron structure presso il Dipartimento di Fisica UniTo. L’obiettivo è sviluppare un insieme innovativo di strumenti matematici e statistici per la comprensione della struttura monodimensionale e tridimensionale degli adroni, che supporteranno la ricerca presso gli attuali e futuri impianti di accelerazione, come l'LHC e l'EIC.
Silvia Ferrario Ravasio dal 2022 è Senior Research fellow al CERN di Ginevra, dove si occupa di fisica teorica delle interazioni fondamentali. Presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino svilupperà il progetto DiVA - Deep Inelastic scattering and Vector boson fusion Advances, dedicato alla fisica delle particelle. Grazie agli acceleratori di particelle come LHC, è possibile testare la nostra conoscenza ad energie e precisione molto elevate. Lo studio e la comprensione del bosone di Higgs, la particella che fornisce una spiegazione per l'origine della massa di tutte le altre particelle, rimane un pilastro della fisica del LHC. L’obiettivo del progetto è aumentare l'accuratezza delle predizioni teoriche per la produzione del bosone di Higgs al LHC attraverso un meccanismo chiamato Vector Boson Fusion.
Anxo Fariña Biasi è un fisico teorico specializzato in equazioni di evoluzione non lineari. La sua ricerca mira a identificare ed esplorare nuovi fenomeni in diverse aree della fisica, tra cui gli atomi freddi, l'ottica non lineare, la fluidodinamica e la gravitazione. Al Dipartimento di Fisica UniTo svilupperà il progetto EDYSC - Out-of-equilibrium dynamics of spatially confined Hamiltonian systems, che mira a colmare le lacune nella comprensione del comportamento delle onde quando sono confinate da confini (onde "intrappolate"). Cercando di sviluppare una teoria che migliori la nostra comprensione di questi scenari, apportando intuizioni in diversi campi, l’obiettivo è aprire la strada a nuove scoperte scientifiche e innovazioni tecnologiche.
Alessia Caramello si è laureata in biotecnologie molecolari all'Università di Torino. Dal 2021 lavora come post-doc allo UK Dementia Research Istitute all’Imperial College di Londra, dove sta studiando quali cellule neuronali vengono danneggiate per prime durante la malattia di Alzheimer nell’essere umano. Le cellule della microglia, il sistema immunitario del cervello, giocano un ruolo fondamentale nella progressione della malattia, ma che sia supportivo o dannoso non è ancora stato chiarito. Con il progetto IntrAFlamE - Role of reactive microglia and intraneuronal amyloids on neuronal vulnerability in early Alzheimer’s disease, al Dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi-Montalcini”, analizzerà se la microglia interagisce con le cellule neuronali colpite dalla malattia, danneggiandole. I risultati potranno suggerire nuovi interventi farmacologici per rallentare la progressione dell’Alzheimer.
Costantino Paonessa è ricercatore post-dottorato all'Università di Bologna, dove si occupa di Storia contemporanea, Storia delle migrazioni, Storia del Medio Oriente e del Nord Africa. Al Dipartimento di Culture Politica e Società UniTo porterà avanti il progetto SubColonialMed - From immigrants to colonialists? Italians in Egypt and "the others": fragments of subaltern agency in a Colonial sea (1861 - 1911). L'obiettivo è offrire nuovi spunti di riflessione su questioni storico-sociali riguardanti il legame tra migrazioni e colonialismo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Il progetto si basa sulla migrazione italiana in Egitto, ma cerca di allargare la sua analisi all'intera diaspora italiana nel Mediterraneo, approfondendo le relazioni interetniche della gente comune nelle città cosmopolite dell'Egitto e nel resto della regione.