Arriva la seconda edizione di Lessico e nuvole, la guida per capire il cambiamento climatico
Il vocabolario curato da UniTo si rinnova con 227 parole e dodici percorsi di lettura, introdotti dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e dal Rettore Stefano Geuna
Il cambiamento climatico si combatte conoscendolo. È questa l’idea con cui oggi, martedì 17 novembre, esce la seconda edizione di Lessico e nuvole, le parole del cambiamento climatico, nata lo scorso anno. La guida ha l’obiettivo di spiegare in modo chiaro e scientifico termini come antropocene, economia circolare o giustizia climatica, che stanno entrando nel linguaggio comune a causa dei cambiamenti nel clima terrestre. La guida è disponibile in versione open access sul sito zenodo.org. La nuova edizione contiene 227 lemmi scritti da 82 autori, docenti, ricercatori ed esperti della materia provenienti da università e centri di ricerca. Tra i curatori del libro, oltre a Tommaso Orusa di UniTo Green Office, ci sono Gianni Latini, della Sezione Valorizzazione della Ricerca e Public Engagement (Agorà Scienza) e Marco Bagliani, docente presso l’Università di Torino e referente del Coordinamento Cambiamenti Climatici dell'UniTo Green Office, che ci raccontano come sta cambiando la consapevolezza dei cambiamenti climatici e come insieme a questa evolve il lessico.
A che punto siamo, rispetto allo scorso anno, nell’utilizzo di questi termini? C’è più consapevolezza o c’è ancora lavoro da fare?
Gianni Latini: Credo che ci sia ancora molto lavoro da fare. Sui media, ma anche nella comunicazione quotidiana dei nostri colleghi o delle persone intorno a noi, evinciamo che ci sono tanti termini ed espressioni utilizzati in modo improprio. Addirittura, alcune volte, si fa ancora confusione tra un evento meteorologico e un evento climatico, oppure si usa l’espressione mutamenti climatici invece di cambiamenti climatici. Il punto è che, pur essendo sinonimi, nella ricerca scientifica è invalsa un’espressione tecnica che dovrebbe essere usata dalla comunicazione. C’è quindi ancora molto lavoro da fare e la nuova edizione del Lessico si muove in questa direzione, ampliare lo spettro dei termini e delle espressioni utilizzate dalla ricerca per trasferirle in modo funzionale alla società, a studenti e a insegnanti e a tutti quelli che dovrebbero parlarne in senso corretto.
Il Lessico ha una struttura particolare, è diviso in più di 220 lemmi, ognuno dei quali scritto da un esperto della materia e corredato da una folta bibliografia scientifica. Perché avete scelto questa impostazione?
Marco Bagliani: In un momento di grande confusione terminologica, in cui le fake news e i negazionismi abbondano, il nostro obiettivo è offrire un testo che sia scientificamente corretto e allo stesso tempo adotti un linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori. La divisione in lemmi risponde alla necessità di dare a tutti la possibilità di documentarsi in modo approfondito sui molti termini che riguardano il cambiamento climatico, anche su quelli più tecnici, come “tipping point” o “albedo”; che vengono spiegati nel Lessico con una trattazione comprensibile ma aderente alla realtà. La ricca bibliografia serve a mostrare che ogni lemma fa riferimento ad articoli scientifici revisionati e quindi ogni cittadino, se vuole, può decidere di leggerli e controllare la veridicità delle affermazioni riportate nel Lessico. Il cambiamento climatico è un processo ampio e multidisciplinare che abbraccia molte scienze: dalla fisica alla chimica, dalla biologia alle scienze umane, come la sociologia, l'economia, la geografia, la psicologia, la scienza della comunicazione e molte altre. Alcuni lemmi hanno più definizioni proprio per rispecchiare la molteplicità degli aspetti disciplinari e per mostrare la complessità del cambiamento climatico, senza introdurre banalizzazioni.
Chi sono i destinatari dell’opera?
GL: I destinatari principali sono gli insegnanti e i comunicatori che devono fare riferimento a un linguaggio condiviso e corretto su questi argomenti, perché sono loro, insegnanti, docenti universitari e giornalisti a dover padroneggiare i termini corretti, a fare da cassa di risonanza verso gli studenti e i cittadini. Ciò non toglie che ognuno possa scaricare il Lessico e usufruirne. Secondo noi, la guida dovrebbe anche interessare gli amministratori e i decisori pubblici. Molto spesso sentiamo fare annunci e parlare di cambiamenti climatici in modo improprio dalle persone che dovrebbero gestirli. Non si può pensare di decidere propriamente in relazione a un fenomeno se neppure lo si conosce e non se ne sa parlare correttamente.
Rispetto allo scorso anno i percorsi di lettura sono aumentati, da 7 a 12. Perché credete siano così importanti per orientarsi tra queste parole?
MB: L’idea dei percorsi è quella di creare dei sentieri in grado di entrare all’interno del complesso intreccio dei numerosi lemmi e permettere di esplorare e approfondire un particolare ambito tematico. I percorsi proposti, a differenza delle prima edizione, sono introdotti da dossier scritti per l'occasione da autrici e autori delle definizioni dei lemmi e dai curatori. Originano tutti da un ambito disciplinare per poi collegarsi ad altri, in modo da formare una rete che offra al lettore una particolare prospettiva e introdurlo ad approfondimenti che completano le voci suggerite dal percorso stesso. I percorsi che proponiamo hanno una connotazione disciplinare. Ci sono ad esempio lo sguardo del chimico, del geografo, del giurista e molti altri che accompagnano il lettore nella comprensione di alcuni aspetti del cambiamento climatico, mostrando cosa si può cogliere della complessità del tema dal punto di vista di ogni disciplina. Ad esempio, uno dei percorsi aggiunti in quella edizione è quello geografico che mostra come gli aspetti spaziali siano molto importanti per comprendere il cambiamento climatico, e sottolinea la centralità di fare riferimento ai territori locali e alle loro caratteristiche per analizzare gli impatti del riscaldamento globale. Lo stesso tipo di variazione fisica, come, ad esempio, un aumento della frequenza delle piogge intense, può causare disastri in un territorio senza infrastrutture, mezzi e conoscenze per gestire il fenomeno e invece non provocare danni in altri territori meno vulnerabili. Tutti i percorsi sono sezioni di argomenti che mostrano alcuni volti particolarmente interessanti del problema del cambiamento climatico. Naturalmente ogni lettore è libero di partire da un percorso per poi deviare e continuare la lettura dei lemmi seguendo le propria curiosità. In questo senso i percorsi possono costituire uno stimolo, per accendere l’interesse verso la lettura che poi può continuare in modo più libero. Infine i percorsi sono stati pensati anche per l’uso didattico del Lessico: il docente può scegliere un percorso e analizzarlo, spiegando quindi agli studenti quegli aspetti del cambiamento climatico che riguardano più da vicino il taglio disciplinare utilizzato.
Nella nuova edizione saltano all’occhio alcuni termini che sono diventati centrali anche a causa della pandemia che stiamo vivendo, come “spillover”, “infodemia”, “malattie e cambiamenti climatici”. Perché avete deciso di inserirli e come si legano al cambiamento climatico?
MB: Il Coronavirus ha fatto entrare alcuni di questi termini nel linguaggio comune, ma il Lessico non tratta in modo specifico della pandemia e queste voci erano state pensate già prima dell’inizio di questa situazione. Il nostro scopo primario infatti è spiegare il cambiamento climatico e solo in seconda battuta queste voci possono venire legate al Coronavirus. Spesso queste parole riguardano l’ambito sanitario e quindi possono anche essere utilizzate oggi per parlare del Covid-19, perché il clima ha anche influenze sulla distribuzione delle malattie e sulla loro evoluzione ma non necessariamente con lo stesso significato.
Questo è il secondo passo del progetto che avete iniziato lo scorso anno. Quali saranno i prossimi obiettivi?
GL: Il prossimo obiettivo è mantenere viva la ricerca e la definizione di quelle voci e lemmi che inevitabilmente saranno utilizzati sempre di più e, inoltre, completare l’opera. Infatti, anche se questa edizione è già abbastanza completa, non è esaustiva e ci sono altre voci che si potrebbero inserire. Intendiamo dunque ampliarlo, ma anche rendere dinamica la produzione di questi contenuti, inserendo il materiale su database o in una piattaforma online nel quale possano trasformarsi, interagendo con altri progetti dell’Ateneo. Il portale Frida, creato dalla Sezione Valorizzazione della Ricerca e Public Engagement di cui faccio parte, è, ad esempio, un progetto di riferimento per questi temi. Integrare tutti questi argomenti e questi testi in Frida sarà una delle prossime attività su cui faremo affidamento per sviluppare il Lessico.
Quest’edizione è anche la prima che sarà pubblicata in versione cartacea, perché avete deciso di compiere questo passo?
GL: Dopo aver messo online la prima edizione del Lessico abbiamo avuto tantissime richieste soprattutto da studenti e insegnanti di ottenere la versione cartacea, perché, anche se il pdf scaricabile gratuitamente, ha un’importanza notevole, chi va in classe ha bisogno di avere il cartaceo. Lo scorso anno non abbiamo potuto stampare massivamente il libro. Allora ci siamo posti l’obiettivo di farlo quest’anno, rendendo disponibile la stampa on-demand tramite una piattaforma online che renderemo nota a dicembre. Tutto il ricavato della pubblicazione verrà reinvestito in progetti di ricerca e public engagement sui cambiamenti climatici e sui temi legati alla sostenibilità. Questo introduce circolarità nel progetto. Lessico e Nuvole è nato da un’esigenza della società, dagli insegnanti al Fridays For Future, ai cittadini. Noi come ricercatori abbiamo prodotto il Lessico, indirizzato alla società. A sua volta chi compra il testo finanzia questo processo. Credo che sia un aspetto innovativo e rilevante. Tra l’altro questa nuova edizione è anche valorizzata da un’introduzione del ministro Sergio Costa, che ha seguito il progetto dall’anno scorso, e del Rettore, Stefano Geuna. È un modo in più per dire alla società che è un prodotto appoggiato dalle istituzioni e con uno scopo sociale.
"Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico" è disponibile in versione open access a questo link.
Un approfondimento sulla guida è disponibile su Frida