Ansia, gioco e contagio emotivo nel maiale come nell'uomo: semplici coincidenze?
Secondo i ricercatori di UniTo il maiale domestico, alla stregua di altre specie animali considerate cognitivamente complesse, è in grado di comunicare, gestire e condividere i propri stati emotivi.
Proprio come gli esseri umani, i maiali possono usare il gioco sociale in maniera competitiva, riducono il proprio stato d’ansia attraverso contatti ‘amichevoli’ con gli altri, si agitano quando assistono ad un’aggressione che non li coinvolge direttamente e presentano il fenomeno del contagio di sbadiglio, possibile indicatore di contagio emotivo.
Questi i principali risultati emersi da tre articoli scientifici di recente pubblicazione: Anxiety behavior in pigs (Sus scrofa) decreases through affiliation and may anticipate threat, Yawn contagion in domestic pigs (Sus scrofa) e The dark side of play: play fighting as a substitute for real fighting in domestic pigs, Sus scrofa.
Si tratta dei primi risultati di un progetto di ricerca più ampio - “SO.PIG” (SOcially PIG) – dedicato allo studio del comportamento sociale e della comunicazione emotiva nel maiale domestico in contesto naturale o naturalistico. Guidano il progetto il Prof. Ivan Norscia e la Dott.ssa Giada Cordoni, del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (DBIOS) dell’Università di Torino (UNITO). La raccolta e l’analisi dei dati è stata possibile grazie al lavoro svolto dalle Dott.sse Elisabetta Coco, Marika Gioia, Marta Comin e dal Dott. Edoardo Collarini, che hanno conseguito lo scorso anno la laurea magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo (DBIOS), presso l’ateneo di Torino. Le analisi genetiche, incluse in un articolo, sono state possibili grazie alla collaborazione del Prof. Carlo Robino e della Dr. Elena Chierto del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche di UniTO. La raccolta dati è stata condotta presso l’allevamento etico Parva Domus, a Cavagnolo (TO). Grazie al prezioso supporto dei proprietari, Davide Lovera e Cristina Desderi, è stato possibile condurre osservazioni etologiche, con registrazioni video, su 150 maiali (sia adulti che immaturi) allevati in uno spazio collinare di 13 ettari, in cui gli animali potevamo muoversi liberamente. La ricerca ha evidenziato che il gioco, nei piccoli, è utilizzato in maniera competitiva, per vincere sugli altri, sostituito, ancor prima dello svezzamento, da vere e proprie aggressioni, non appena diminuisce l’assunzione di latte materno (e con esso, probabilmente, l’ossitocina che aiuta ad affiliare con gli altri).
Inoltre, certi comportamenti legati all’ansia (grattarsi, scuotere corpo e testa, masticare a vuoto) aumentano negli individui del gruppo dopo un conflitto, ma maggiormente in chi assiste al conflitto come ‘spettatore’ e non nei soggetti direttamente coinvolti nell’aggressione, come invece ci si potrebbe aspettare. Questo può indicare che i maiali sono in grado di anticipare una minaccia imminente, perché spesso, da un primo conflitto che coinvolge due soggetti, ne scaturiscono altri che possono investire chiunque si trovi nelle vicinanze. Tuttavia, i comportamenti legati all’ansia diminuiscono in seguito ad un contatto sociale ‘amichevole’ scambiato con altri membri del gruppo. Infine, si è osservato che i maiali, in un contesto rilassato, sono in grado di condividere il loro stato interno attraverso il fenomeno del contagio di sbadiglio, fenomeno che si verifica quando un soggetto sbadiglia in risposta ad un altro che ha sbadigliato in precedenza.
Tutti questi risultati suggeriscono che il maiale domestico, alla stregua di altre specie animali considerate cognitivamente complesse (come le scimmie antropomorfe), è in grado comunicare, gestire e condividere i propri stati emotivi. Approfondire la conoscenza delle capacità comportamentali, cognitive ed emotive del maiale domestico permette, dal punto di vista teorico, di rilevare interessanti convergenze evolutive con gli umani (possibile effetto di un processo di domesticazione durato migliaia di anni) e, dal punto di vista pratico, di migliorarne le condizioni di allevamento al fine di aumentare il suo benessere.