“Ai confini della libertà”, gli eventi di UniVerso per Biennale Democrazia
Presentata oggi l'ottava edizione della manifestazione culturale, che si svolgerà a Torino dal 22 al 26 marzo, in collaborazione con l'Università di Torino
Torna a Torino, da mercoledì 22 a domenica 26 marzo, Biennale Democrazia, manifestazione culturale promossa dalla Città di Torino, ideata e presieduta dal Prof. Gustavo Zagrebelsky. Giunta quest’anno all’ottava edizione, il cui titolo è "Ai confini della libertà", ha come obiettivo tornare a riflettere sul complesso rapporto fra libertà e democrazia, dentro e fuori le frontiere della nostra società. La manifestazione accoglie oltre 100 incontri, più di 220 ospiti italiani e internazionali, 5 mostre e il contributo di circa 150 volontari.
Anche in questa edizione è molto stretta la collaborazione con l’Università di Torino, che oltre a essere uno dei partner principali, propone una serie di appuntamenti che si collocano nella cornice del progetto UniVerso - Un osservatorio permanente sulla contemporaneità.
Il programma di incontri di UniVerso per Biennale Democrazia affronta il tema del rapporto fra libertà e democrazia in una prospettiva multidisciplinare per coglierne sfumature, contraddizioni, limiti e possibili sviluppi. Gli incontri coinvolgono la comunità universitaria, il territorio e il pubblico di Biennale, spaziando dalle nuove forme di giornalismo all’innovazione di impresa, dai processi psicologici alle arti performative. Venerdì 24 marzo, con la presenza di Jean-François Bayart, trova spazio all’interno del programma anche una tappa della ‘Carovana delle libertà scientifiche’ per Fariba Adelkhah, antropologa a Sciences Po a Parigi, prigioniera scientifica in Iran dal giugno 2019.
Programma UniVerso per Biennale Democrazia
Giovedì 23 marzo, ore 18.00, Aula Magna del Campus Luigi Einaudi
In auto, in doccia, in palestra. L’informazione al tempo dei podcast
(con Annalisa Camilli e Francesco Costa. Coordina Franca Roncarolo. Incontro organizzato in collaborazione con _resetfestival e The Goodness Factory)
I podcast sono forse il fenomeno giornalistico più interessante degli ultimi anni. In Italia li ascoltano oltre 15 milioni di persone – tra cui molti under 35, il segmento più ostile ai media tradizionali. Nell’intimità delle nostre giornate nascono abitudini nuove: la fruizione è facile (persino un po’ pigra), la qualità in continuo aumento, e all’ascolto solipsistico risponde il costituirsi di community attive e competenti. Dalle news all’approfondimento, dal crime alla storia, il mondo dell’informazione vive un cambiamento repentino. Incentrato sul mezzo narrativo più antico: la parola.
Venerdì 24 marzo, ore 11.00, OGR – Binario 3
Open Innovation. Verso la democrazia della conoscenza
(con Marco Lavazza, Ilan Misano e Cristina Prandi. Coordina Elisa Rosso)
Molte imprese, spesso di grandi dimensioni, hanno messo l'Open Innovation al centro delle proprie scelte strategiche. Uno schema ormai decisivo anche nei modelli di sviluppo economico. Ma di che cosa si tratta? Secondo tale paradigma, le imprese devono aprirsi a idee, strumenti e competenze provenienti dall’esterno: università, centri di ricerca, startup, consulenti, aziende non concorrenti. L’università assume così due nuovi ruoli: motore di una filiera che va dalla curiosity-driven alla market driven innovation, e ente di formazione degli innovatori del futuro.
Venerdì 24 marzo, ore 18.00, Teatro Gobetti
La disuguaglianza mina la libertà
(con Maria Grazia Monaci, Chiara Volpato e Alessandro Zennaro)
Le disuguaglianze socio-economiche, oggi in continuo (e scandaloso) aumento, sono la prima causa del disagio che pervade le nostre società. Ma costituiscono anche una minaccia per la libertà e la democrazia. Le società disuguali sono infelici: la disuguaglianza ci allontana dagli altri, impedendoci di provare empatia. Accresce i timori per il futuro e diminuisce la fiducia nel sistema sociale e politico. Ma le disuguaglianze, come tutte le costruzioni umane, non sono inevitabili. E affrontarle richiede anzitutto di indagare i processi psicologici che aiutano a sorreggerle.
Venerdì 24 marzo, ore 21.00, Aula Magna della Cavallerizza Reale
Iran. Da una rivoluzione all’altra
(con Jean-François Bayart, introduce Farian Sabahi. Saluti di Stefano Geuna)
La mobilitazione iniziata nel 2022 non è un unicum: si inserisce invece all’interno di una ricca storia di movimenti politici che parte dal XIX secolo. L'Iran è preda di una “situazione termidoriana”: le élite rivoluzionarie si trasformano di volta in volta in classe politica di professione, e procedono – ricorrendo alla coercizione – a un’intensa accumulazione di capitali. Nel corso di questa storia, l’idea di libertà prende forma mescolando repertori politici importati e repertori ideologici autoctoni, in chiave politica e religiosa. Come nel caso della questione, emblematica, del velo.
Sabato 25 marzo, ore 15.00, Teatro Carignano
Viva Verdi. Opera e libertà, tra drammaturgia e creazione artistica
(con Giulia Carluccio e Davide Livermore)
A partire dal richiamo al celebre motto “Viva Verdi” e al significato che rivestiva in epoca risorgimentale, il regista, in dialogo con Giulia Carluccio, si soffermerà sui temi della libertà e identità nazionale che ricorrono in molta drammaturgia verdiana e operistica. Ci si interrogherà in particolare su come la libertà creativa della regia lirica contemporanea possa attualizzarne il valore e restituirne il senso.